Di Silverio: "Il medico non può essere sottoposto a tre tribunali (ospedaliero, ordinistico e civile) e che per giudicare non si può partire da una presunzione di colpevolezza"
“Le liste di attesa sono piene di esami inutili e dovuti alla medicina difensiva, che costa 10 miliardi di euro l'anno. I lavori per il provvedimento sulla depenalizzazione dell'atto medico vanno avanti: stanno procedendo le audizioni in commissione e credo che in tempi rapidi si arriverà ad una definizione con dei provvedimenti. Questo provvedimento sulla medicina difensiva può risultare determinante perché si risparmierebbero fondi importanti”. Parola del ministro Schillaci che il mese scorso annunciava passi avanti per la tutela legale dei medici.
E adesso arriva il commento del Segretario Nazionale Anaao Assomed Pierino Di Silverio sul disegno di legge già presentato a luglio scorso da un gruppo di deputati della Lega, prima firmataria l’on. Simonetta Matone e che qualche giorno fa è stato assegnato alla Commissione Giustizia della Camera: "Mentre la Commissione Nordio per lo studio e l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica sta lavorando nel più totale e inquietante riserbo e silenzio al Ministero di Giustizia, in Parlamento prendono sempre più forma idee a dir poco strampalate che come Anaao contrastiamo fortemente perché di segno opposto alla depenalizzazione dell’atto medico".
Ma vediamo in che cosa consiste il disegno di Legge firmato dalla Lega. Nel corso dell’estate, il 24 luglio, un gruppo di deputati del Carroccio deposita una nuova proposta di legge, ora consegnata alla commissione Giustizia della Camera. A prima firma della leghista Simonetta Matone, il testo conferma la sanzione penale. “L’esercente la professione sanitaria che nello svolgimento della propria attività si attiene alle linee guida e alle buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica non risponde penalmente per colpa lieve”, specifica però la proposta, limitando, secondo gli autori, la “responsabilità penale ai soli casi di colpa grave”. Un parere a cui la Cassazione ha però a più riprese emesso sentenze contrarie. Perché, scrivono gli ermellini in un procedimento del 2021, “le linee guida costituiscono invece raccomandazioni di massima che non sollevano il sanitario dal dovere di verificarne la praticabilità e l’adattabilità nel singolo caso concreto”. Diversa la questione nel resto dei paesi europei. Come la Francia, dove il paziente può ottenere un indennizzo economico rinunciando all’azione legale. O ai paesi scandinavi, dove il paziente viene risarcito a prescindere dall’identificazione di un colpevole. A garantire il tutto intervengono assicurazioni e fondi posti a copertura che non mancano in Italia, ma risultano ancora in attesa dei decreti attuativi necessari dall’ultima legge. Uno stand-by che dura dal 2017.
In Italia, invece, i tribunali sono affossati da cause mediche: "Senza poi tener conto che di 35mila cause ogni anno il 95 per cento si conclude in un nulla di fatto, dopo aver impegnato i colleghi dai 6 agli 8 anni con ingenti esborsi economici, pressioni psicologiche, infiltrazioni di società che si fanno promotrici di indagini su sospetti negligenze in ospedale e di un raffreddamento del rapporto medico-paziente, in favore della medicina difensiva che costa 11 miliardi allo Stato", incalza il sindacalista. "Il nostro sciopero del 5 dicembre mira anche a questo: ottenere la depenalizzazione l’atto medico per restituire ai professionisti tranquillità nell’erogazione delle cure e un nuovo appeal per ripopolare le corsie degli ospedali", conclude Di Silverio
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ll ciclo di incontri Morning Health Talks di EIT Health aiuta ad indentificare gli ostacoli alla digital transformation del settore healthcare e raccoglie proposte per accelerare l’innovazione in sanità, in Italia e non solo
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"I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri le professioni sanitarie ex legge 43/2006, vogliono risposte, vogliono tornare ad essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare, ma in sicurezza”
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