Uno studio internazionale, che in Italia ha visto capofila il Policlinico Tor Vergata in collaborazione con la Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma, ha dimostrato l’efficacia di uno specifico ceppo del batterio Lactobacillus reuteri
L’intestino è stato definito "il secondo cervello" e al suo interno si celano possibili nuove terapie per risolvere disturbi neurologici e psichiatrici. In particolare il microbiota intestinale, ossia l’insieme di batteri, funghi, virus e altri organismi che aiutano ad assimilare cibi complessi e forniscono una barriera fondamentale per proteggerci dalle infezioni.
Il Disturbo dello Spettro Autistico, che in Italia ha un’incidenza di 1 bambino su 77 tra i 7 e i 9 anni, è tra le condizioni sulle quali la ricerca si è maggiormente concentrata per comprendere la relazione tra l’asse intestino cervello e i sintomi peculiari dell’autismo. Questi studi hanno evidenziato un’aumentata incidenza di disturbi gastrointestinali e di profili di microbiota differenti nei bambini con autismo rispetto a bambini neurotipici.
Partendo da questi dati un’equipe internazionale di ricercatori ha sperimentato, nel contesto di un trial clinico randomizzato a doppio cieco, controllato con placebo, l’efficacia di una specifica combinazione di ceppi probiotici somministrati attraverso un’integrazione dell’alimentazione.
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