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I benefici in busta paga per le dottoresse con figli

Previdenza Redazione DottNet | 08/02/2024 18:42

L’articolo 1, al comma 180, riconosce, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 alle lavoratrici madri di tre o più figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato un ulteriore esonero del 100% dei contributi previd

L’articolo 1, al comma 180, riconosce, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 alle lavoratrici madri di tre o più figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato un ulteriore esonero del 100% dei contributi previdenziali lavoratore

Fra gli interventi dell’ultima legge di bilancio, ve n’è uno di particolare interesse per le dottoresse madri con un certo numero di figli minori. Infatti, a sostegno della genitorialità, l’articolo 1, al comma 180, riconosce, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 alle lavoratrici madri di tre o più figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato un ulteriore esonero (che va ad aggiungersi al già ben noto taglio del cuneo fiscale) pari al 100% dei contributi previdenziali a carico del lavoratore.

Se dunque il taglio del cuneo fiscale arriva fino alla quota del 7% dei contributi, ma entro un tetto massimo di reddito pari a 35.000 euro, questo beneficio invece interessa tutti i contributi a carico della lavoratrice madre con tre figli, e cioè una quota pari al 9,19% del suo compenso, senza alcun tetto di reddito.

Si tratta quindi di un beneficio molto interessante, che si applica entro il limite massimo annuo di 3.000 euro di contributi (nei casi di rapporti di lavoro iniziati in corso d’anno riparametrati su base mensile) fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo. Stiamo parlando di un incremento fino a 250 euro lordi in più in busta paga (corrispondenti, a seconda degli scaglioni di reddito, a 150/190 euro netti), che soprattutto non intacca minimamente la futura pensione delle interessate, perché i contributi non versati saranno ugualmente conteggiati nel calcolo del trattamento previdenziale.

Va detto anche che questo esonero, per il solo anno 2024, è riconosciuto anche alle lavoratrici madri di due figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo, e quindi con un significativo aumento della platea delle interessate. Con una recente circolare (la numero 27/2024), l’Inps illustra le regole cui debbono attenersi i datori di lavoro per riconoscere il beneficio alle aventi diritto.

Fra l’altro, l’Inps precisa che il requisito del numero dei figli che fa sorgere il diritto all’esonero si realizza al momento della nascita del secondo o del terzo figlio, e viene mantenuto anche nel caso della morte di uno di essi. Allo stesso modo, non è rilevante il fatto che uno dei figli esca dal nucleo familiare oppure non conviva con la madre, oppure ancora sia affidato al padre in modo esclusivo: il beneficio rimane confermato anche in questi casi. L’agevolazione spetta anche nei casi di adozione e affidamento.  Come abbiamo detto, il beneficio è riconosciuto in caso di rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. Ma cosa accade se il contratto passa da tempo determinato a tempo indeterminato? Semplice: ovviamente il beneficio spetta dalla data di trasformazione del rapporto a termine. 

Accedono all’esonero anche le dipendenti part-time, e teoricamente possono aver diritto a tutti i 3.000 euro di sconto previsti, perché essi non debbono essere parametrati al minor impegno lavorativo. In base a quanto si evince dagli esempi proposti dalla circolare dell’Inps, si deduce che, sia nel caso di nascita del bambino che fa sorgere il diritto all’agevolazione, sia nel caso di raggiungimento dei 18 anni, che la fa cessare, l’esonero si applica per l’intero mese in cui si verifica l’evento. Le dottoresse che intendono fruire dell’esonero debbono darne comunicazione alla struttura di appartenenza (Asl, ospedale, casa di cura), fornendo i codici fiscali dei figli. Tali informazioni potranno anche essere rese direttamente all’Inps, attraverso un’applicazione che dovrebbe diventare operativa entro breve tempo. Importante evidenziare che la mancata indicazione dei codici fiscali dei figli (non di tutti, ma soltanto di quelli che danno diritto all’esonero) comporta la perdita del beneficio. Per i più celeri, la busta paga sarà più pesante già a partire dallo stipendio di febbraio; gli arretrati di gennaio e febbraio potranno comunque essere corrisposti fino alla mensilità di maggio.

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