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L'aorta diventa organo, nuove linee guida internazionali

Cardiologia Redazione DottNet | 01/03/2024 15:54

Di Marco del Sant’Orsola e ricercatore Unibo: "La sfida è la prevenzione"

L'aorta diventa un organo del corpo umano, al pari di cuore, polmone e fegato. È quanto indicato nelle nuove linee guida internazionali elaborate dalla European Association for Cardio-Thoracic Surgery (Eacts) e dalla Society of Thoracic Surgeons (Sts), tra le tre principali società mondiali di chirurgia cardiotoracica.   "Questo importante documento contiene una novità più di tutte. Siamo stati tutti d'accordo nel considerare l'aorta come un vero e proprio organo, al pari del cuore e dei polmoni: il ventiquattresimo organo del corpo umano. D'ora in poi deve essere considerata così, sia in ambito di diagnosi, che di trattamento e follow-up", spiega Luca Di Marco (nella foto), cardiochirurgo del Policlinico Sant'Orsola e ricercatore dell'Università di Bologna, tra gli specialisti coinvolti nella stesura delle linee guida.

"In generale - sottolinea Di Marco - nel documento viene enfatizzata l'importanza di istituire 'centri aortici' come quello del nostro policlinico, in grado di fornire l'intero spettro di cure altamente specialistiche ai pazienti. Anche nell'ambito degli algoritmi per diagnosi e trattamento, è emersa la necessità di riferire i pazienti in centri in ad alto volume come l'Irccs".

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"La principale sfida per il futuro - ha aggiunto - è puntare sempre di più sulla prevenzione, con programmi di screening che permettano di fare diagnosi precoce e di scoprire in tempo l'eventuale presenza di un aneurisma aortico". Su richiesta e commissione della European Association of Cardiothoracic Surgery (EACTS - European Association for Cardio-Thoracic Surgery), due tra le tre principali società mondiali di chirurgia cardiotoracica hanno collaborato per l’elaborazione di questo documento: l’EACTS - European Association for Cardio-Thoracic Surgery e la The Society of Thoracic Surgeons (STS). Le linee guida forniranno, su scala mondiale, un supporto completo sia agli specialisti in malattie dell'aorta che ai medici coinvolti nella diagnosi, nel trattamento, chirurgico ed endovascolare, e nel follow up. "La principale sfida per il futuro – conclude Di Marco – è quella di puntare sempre di più sulla prevenzione, con programmi di screening che permettano di fare diagnosi precoce e di scoprire in tempo l’eventuale presenza di un aneurisma aortico”.
 
  

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