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Si avvia alla conclusione lo studio clinico tutto italiano sulla funzione della citicolina nella terapia di supporto alla malattia

Farmaci Redazione DottNet | 11/04/2024 14:07

L’efficacia della citicolina verrà verificata in termini di miglioramento dei sintomi e della qualità di vita dei pazienti

CitiPark, lo studio post-autorizzativo sull’efficacia (PAES) progettato per comprendere la funzione della citicolina nella terapia di supporto per la malattia di Parkinson, si avvia verso la conclusione. Ad annunciarlo PIAM Farmaceutici proprio in occasione della Giornata Mondiale della Malattia di Parkinson, che ricade ogni anno l’11 aprile.

Lo scorso ottobre lo studio CitiPark (Citicolina Parkinson) aveva registrato l’arruolamento dell’ultimo partecipante, raggiungendo la soglia di 474 pazienti coinvolti nella sperimentazione: sono 37, complessivamente, i Centri Ospedalieri e Universitari sul territorio nazionale, specializzati in trattamento e cura delle patologie neurologiche e del Parkinson, che hanno preso parte al PAES coordinato da PIAM, che quindi risulta essere uno studio clinico sulla citicolina nella malattia di Parkinson tutto italiano.

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Nello specifico, il disegno dello studio, randomizzato, controllato e in doppio cieco, prevedeva 6 mesi di trattamento con citicolina sale sodico o placebo per pazienti affetti da malattia di Parkinson che erano già in terapia dopaminergica. L’efficacia della citicolina verrà ora valutata in termini di miglioramento dei sintomi motori e non motori e della qualità di vita dei pazienti. Nella sperimentazione verrà anche confermata la sicurezza della terapia.

La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa le cui manifestazioni sono il risultato del progressivo deterioramento delle cellule nervose presenti in una regione del cervello nota come "substantia nigra", cellule che sono deputate alle sintesi e al rilascio della dopamina. All’esordio, i sintomi più evidenti della malattia sono legati al movimento e includono tremore, rigidità, lentezza, debolezza, problemi di equilibrio, postura ricurva e difficoltà nel camminare. In seguito possono insorgere problemi cognitivi e comportamentali e può sopraggiungere anche demenza, che si verifica in circa un terzo dei pazienti. La malattia – scoperta agli inizi del 1800 da James Parkinson e chiamata per oltre un secolo "paralisi agitante" o "morbo di Parkinson" – colpisce in modo indistinto i due sessi e in media esordisce intorno ai 60 anni. Attualmente in Italia sono circa 300mila le persone che convivono con questa patologia, mentre in tutto il mondo si contano più di 9 milioni di pazienti.

La diagnosi di malattia di Parkinson, che si basa sull’osservazione clinica e su specifici esami strumentali, dovrebbe essere quanto più precoce possibile, in modo tale da intervenire tempestivamente con un’opportuna terapia. Ad oggi, infatti, il trattamento farmacologico, la chirurgia e la gestione multidisciplinare possono agevolare la gestione dei sintomi associati alla patologia. La citicolina, uno psicostimolante-nootropico, è un farmaco già utilizzato nella pratica clinica, in associazione a levodopa (L-DOPA), un amminoacido intermedio nella via biosintetica della dopamina, per il trattamento dei pazienti con malattia di Parkinson. Si ipotizza dunque che questa molecola, grazie alla sua azione neuroprotettiva, possa apportare benefici in termini di miglioramento dei sintomi cognitivi, oltre che motori, della patologia.

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