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Medici di famiglia, ricetta elettronica: Italia al top in Europa

Medicina Generale Redazione DottNet | 22/04/2024 18:44

Il rapporto Oms rileva che già oggi oltre l'85% dei medici di famiglia è dotato di sistemi potenzialmente in grado di condividere in maniera sicura le informazioni cliniche con gli altri professionisti

Cresce l'infrastruttura e le funzionalità, e la ricetta sanitaria elettronica raggiunge in Italia il 90% di quelle emesse. Alla sanità digitale italiana, però, manca da percorrere l'ultimo miglio della reale implementazione dei servizi così come del governo dei Big data e dell'interoperabilità delle piattaforme che ancora spesso non parlano fra di loro impedendo il pieno utilizzo dei dati. È questo il profilo dell'Italia che emerge da un rapporto ("Exploring the digital health landscape in the WHO European Region: digital health country profiles") dell'Ufficio Europeo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

"Il settore sanitario sta vivendo una profonda trasformazione segnata dalla crescente integrazione delle tecnologie sanitarie digitali", si legge nel rapporto. L'Italia, in questo processo, è tra i Paesi che si piazza meglio in Europa. Si è dotata da tempo di una strategia per la sanità digitale, che occupa un posto importante nella Missione 6 del Pnrr. Esiste un Fascicolo Sanitario Elettronico nazionale, anche se, secondo la rilevazione (che però si ferma al 2022), lo strumento è disponibile solo nel 70% delle Regioni e solo il 59% strutture sanitarie è in grado di accedervi. Da questo punto di vista, la scorsa estate il ministero della Salute, in accordo con le Regioni, ha varato il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 dovrebbe portare a un salto di qualità e consentire ai cittadini di consultare dati clinici, accedere a prestazioni di telemedicina, prenotare prestazioni sanitarie, ma anche ai medici di analizzare i dati clinici degli assisti.

Su questo fronte, il rapporto Oms rileva che già oggi oltre l'85% dei medici di famiglia è dotato di sistemi potenzialmente in grado di condividere in maniera sicura le informazioni cliniche con gli altri professionisti, di ricevere i referti in caso di ricovero in ospedale dei loro pazienti e i risultati degli esami di laboratorio. È invece del 90% la quota di prescrizioni fatte in modalità elettronica.

L'Italia si caratterizza a livello europeo anche per avere uno dei quadri normativi più solidi, specie per quel che riguarda la tutela della privacy. In questo ambito, la maggiore criticità è la tutela del diritto dei cittadini di richiedere la cancellazione dei propri dati dal fascicolo sanitario. Siamo indietro, invece, nel governo dei Big Data da parte delle istituzioni, così come sul fronte dell'interoperabilità tra le diverse piattaforme (solo 1 Regione su 2 ha una strategia in merito). C'è da lavorare, inoltre, anche sull'alfabetizzazione sanitaria digitale, specie dei cittadini.

Da questo punto di vista è scarsa o inesistente la disponibilità di portali e app istituzionali per la promozione della salute, la gestione delle emergenze e la valutazione dei servizio sanitari. Intanto e' partita la campagna di informazione sul Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 "Sicuri della nostra salute". In linea con quanto disposto dall'Autorità garante per la protezione dei dati personali, la campagna informa anche sulla possibilità di opporsi all'inserimento automatico nel fascicolo dei dati e documenti sanitari generati da eventi clinici riferiti alle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale prima del 19 maggio 2020. Sarà possibile quindi esprimere la facoltà di opposizione da lunedì 22 aprile fino al 30 giugno 2024 tramite il servizio "FSE - Opposizione al pregresso" disponibile on line nel Sistema Tessera Sanitaria (TS).

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