Sid: "Serve limitare l'uso di cibi ultra-processati e guardare le etichette, la politica indichi regole più stringenti"
Additivi alimentari sotto la lente dei ricercatori per i rischi legati allo sviluppo del diabete di tipo 2. In particolare 7 emulsionanti, contenuti in centinaia di prodotti ultra-processati, sono sospettati di favorire questa malattia metabolica. Una nuova analisi dello studio prospettico di coorte NutriNet Santé li pone 'alla sbarra' come fattori in grado di aumentare il rischio di diabete di tipo 2. Lo studio, pubblicato su 'The Lancet Diabete & Endocrinology', ha analizzato i dati di oltre 104mila adulti arruolati dal 2009 al 2023 a cui è stato chiesto di compilare registri dietetici di 24 ore ogni 6 mesi, con lo scopo di valutare l'esposizione agli emulsionanti. E' la prima ricerca che mette in relazione la malattia e questi prodotti.
Gli emulsionanti sono una famiglia di additivi alimentari ampiamente utilizzata nell'industria perché permettono di migliorare la consistenza, il colore e il gusto dei cibi processati.
"Come diabetologi, questo studio ha tre conseguenze importanti: la necessità di contenere il consumo di cibi ultra-processati, l'appello ad una maggiore attenzione alle etichette e la necessità di chiedere una regolamentazione più stringente allo scopo di proteggere i consumatori", sottolinea Angelo Avogaro (nella foto), presidente della Società italiana di diabetologia (Sid). Sebbene siano necessari ulteriori studi a lungo termine, "le alterazioni del microbiota intestinale fanno ritenere che potrebbero essere necessario rivedere gli Ada (livelli giornalieri di assunzione). Precedenti prove che legavano l'assunzione di carragenina all'infiammazione intestinale hanno portato l'Jecfa", il comitato congiunto Fao-Oms sugli additivi alimentari, "a limitarne l'uso nelle formule e negli elementi per neonati. Stiamo assistendo ad un preoccupante aumento del diabete di tipo 2 anche tra bambini e adolescenti", conclude Raffaella Buzzetti, presidente eletto Sid.
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