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Pertosse, allerta pediatri per epidemia: 3 morti da gennaio, boom di ricoveri. Morbillo, continua l’aumento dei casi nel 2024

Infettivologia Redazione DottNet | 23/05/2024 18:48

Staiano (Sip): Invitiamo le donne in gravidanza a fare la vaccinazione contro la pertosse perché in gioco c’è la vita dei nostri piccoli. Morbillo: Ad aprile notificati 145 casi un numero in aumento rispetto a marzo (127)

Anche in Italia è allerta per l’epidemia di pertosse, che ha fatto registrare tre morti dall’inizio del 2024 con un aumento dell’800% dei ricoveri rispetto allo scorso anno. A lanciarla è la Società italiana di pediatria, dopo l’allarme dell'Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control), che ha evidenziato quasi 60 mila casi di pertosse in tutta Europa nel corso del 2023 e sino ad aprile 2024, registrando un incremento di oltre 10 volte rispetto al 2022 e al 2021. In Italia la maggior parte dei contagi si è registrata in Campania, Sicilia e Lazio.

"La pertosse è una malattia fortemente contagiosa e pericolosa, soprattutto nei primi mesi di vita e nei neonati che hanno un maggior rischio di complicanze e di decesso. In questa fascia di età la mortalità è compresa tra l'1 e l'1,5%. Possiamo tutelare questa popolazione particolarmente vulnerabile attraverso l’immunizzazione della mamma durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza, altamente sicura ed efficace nel proteggere i bambini ancora troppo piccoli per poter essere vaccinati - raccomanda la presidente della Sip, Annamaria Staiano - Invitiamo le donne in gravidanza a fare la vaccinazione contro la pertosse perché in gioco c’è la vita dei nostri piccoli. È inaccettabile che nel 2024 si possa morire a causa di malattie infettive per le quali esistono vaccini efficaci e sicuri”.

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In Italia da gennaio a maggio 2024 sono stati registrati 110 casi di pertosse, con oltre 15 ricoveri in terapia intensiva di piccoli lattanti e tre neonati deceduti. I dati, resi noti da Alfredo Guarino, presidente della sezione Campania della Sip, sono stati ottenuti nel corso di un progetto Pnrr, il progetto Inf-Act, che ha lo scopo di sviluppare nuove strategie per l’identificazione precoce, prevenzione e terapia di minacce infettive. I dati sono stati raccolti in 7 centri di elevata specializzazione distribuiti sull’intero territorio nazionale.

"Abbiamo assistito a un aumento dei ricoveri per pertosse dell’800% rispetto al 2022 e al 2023, che hanno riguardato nella maggior parte dei casi neonati e lattanti non vaccinati sotto i 4 mesi di età. Il 95% delle madri di questi bambini non era vaccinata e l’80% non aveva ricevuto alcuna informazione sulla disponibilità di una vaccinazione prenatale", afferma Guarino, coordinatore della rete clinica Inf-Act, precisando che "i dati si riferiscono a bambini ospedalizzati in condizioni cliniche serie e sono quindi certamente da considerare casi gravi. Sono, dunque, solo la punta dell’iceberg rispetto alla circolazione della pertosse, in quanto non sono considerati i casi non ospedalizzati". "Particolarmente preoccupante la situazione in Campania - sottolinea - dove abbiamo registrato oltre 30 ricoveri di lattanti affetti da pertosse nei centri di malattie infettive pediatriche di Napoli”.

E dalla Sicilia arriva un grido dall’allarme. "Quaranta tra neonati e lattanti con pertosse sono stati intercettati negli ultimi 5 mesi al pronto soccorso dell’ospedale di Cristina di Palermo, che è il punto di riferimento della Sicilia occidentale. Di questi 10 sono finiti in terapia intensiva neonatale. Nella precedente stagione non si era visto un solo caso", riferisce Domenico Cipolla, presidente della sezione Sicilia della Società italiana di pediatria e responsabile del pronto soccorso pediatrico dell’ospedale. “Le coperture vaccinali nelle donne in gravidanza in Sicilia sono estremamente basse". Nel Lazio, 17 piccoli pazienti sono stati ricoverati per pertosse nei primi 4 mesi del 2024 all’Umberto I di Roma, tre sono finiti in terapia intensiva. “Nello stesso periodo dello scorso anno avevamo registrato un solo caso. Questo è il primo picco epidemico di pertosse dopo il Covid-19", sottolinea Fabio Midulla, responsabile della Pediatria d’urgenza del policlinico capitolino e professore ordinario di Pediatria alla Sapienza di Roma. "Le ragioni non sono ancora chiare ma sembrano essere collegate a diversi fattori - spiega - tra cui le limitazioni causate dalla pandemia di Covid-19 che hanno interrotto la diffusione dei patogeni respiratori comuni, influenzando negativamente anche la copertura vaccinale".

"Per contrastare efficacemente la pertosse è fondamentale mantenere elevate coperture vaccinali in tutta la popolazione. Il vaccino contro la pertosse non conferisce un’immunità permanente, perdendo efficacia nel corso del tempo. Per questo motivo, oltre alla vaccinazione della donna in gravidanza, è essenziale - ricorda - fare tutti i richiami previsti dal calendario vaccinale ad ogni età: tre dosi nel primo anno di vita con l’esavalente, un richiamo al sesto anno, un richiamo ulteriore tra 12 e i 18 anni e poi ogni 10 anni".

Morbillo

Nel mese di aprile 2024 sono stati notificati in Italia 145 casi di morbillo, un numero in aumento sia rispetto ai casi registrati a marzo (127), sia a quelli di aprile 2023 (1). Lo afferma l’ultimo bollettino del sistema di sorveglianza epidemiologica nazionale, pubblicato ieri, secondo cui dall’inizio dell’anno sono 399 i casi confermati

“Dal 2023 – scrivono gli esperti del Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss -, sono in corso aumenti significativi nel numero di casi e di epidemie di morbillo a livello globale, incluso in diversi Paesi Europei. Anche in Italia, si osserva un notevole aumento dei casi di morbillo nel 2024 , in particolare nei mesi di marzo e aprile 2024, la maggior parte dei quali si è verificata in persone non vaccinate. Circa tre quarti dei casi segnalati nei primi quattro mesi dell’anno sono adolescenti e adulti: questi dati suggeriscono che sono presenti ampie quote di persone suscettibili in queste fasce di età. Preoccupano anche i casi segnalati nei bambini sotto l’anno di età, troppo piccoli per essere vaccinati che dipendono quindi dalla copertura vaccinale nella popolazione per essere protetti dal morbillo, e i casi tra gli operatori sanitari”.

Ecco le caratteristiche principali dei casi notificati dall’inizio dell’anno
• L’età mediana dei casi segnalati è pari a 31 anni (range: 0 - 69 anni). Oltre la metà dei casi (50,9%) ha un’età compresa tra 15 e 39 anni e un ulteriore 25% ha più di 40 anni di età. Tuttavia, l’incidenza più elevata è stata osservata nella fascia di età 0-4 anni (83,4 casi per milione). Sono stati segnalati 17 casi in bambini con meno di un anno di età.
• Lo stato vaccinale è noto per 363 casi dei 399 segnalati (91,0%), di cui 323 casi (89,0%) erano non vaccinati al momento del contagio, 22 casi (6,1%) erano vaccinati con una sola dose, e 14 casi (3,8% ) erano vaccinati con due dosi. Per i rimanenti quattro casi (1,1%) non era noto il numero di dosi effettuate.
• Centoventisette casi (31,8%) hanno riportato almeno una complicanza. Le complicanze più frequentemente riportate sono state epatite/aumento delle transaminasi (n=56) e polmonite (n=54). È stato segnalato un caso di encefalite in un giovane adulto, non vaccinato. Per il 50,1% dei casi (200/399) viene riportato un ricovero e per ulteriori 64 casi una visita in Pronto Soccorso.


 

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