Lo ribadisce una revisione completa dei dati disponibili, commissionata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e pubblicata sulla rivista Environment International
I telefoni cellulari non sono collegati ai tumori al cervello e alla testa, anche se utilizzati a lungo o nel corso di molti anni. Lo ribadisce una revisione completa dei dati disponibili, commissionata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e pubblicata sulla rivista Environment International. I cellulari, come tutto ciò che utilizza la tecnologia wireless, inclusi laptop e tv, emettono radiazioni elettromagnetiche a radiofrequenza, o onde radio. Sulla base di alcuni primi studi che mostravano che poteva esserci una possibile associazione con il cancro al cervello derivante dall'uso di questi telefoni per molte ore, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell'Oms ha designato i campi a radiofrequenza dei cellulari come un 'possibile' rischio di cancro, categoria in cui rientrano centinaia di altri agenti e ben diversa da sostanze 'certamente' cancerogene come il fumo.
A più di cinque anni dall’arrivo in Italia della prima terapia genica, le CAR-T sono una realtà nella pratica clinica: crescono i successi nel trattamento di alcune patologie onco-ematologiche
Il trattamento in prima linea con daratumumab in somministrazione sottocutanea e in combinazione con bortezomib, lenalidomide e desametasone ha mostrato nei pazienti eleggibili a trapianto una sopravvivenza di circa 17 anni
I risultati di uno studio della Fondazione Tettamanti e dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII sono stati pubblicati sul “Blood Cancer Journal”
Da Lilly arriva “The Life Button” un bottone per non “perdere il filo” delle cure
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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