Canali Minisiti ECM

Alzheimer, vari tipi di vaccini abbassano i rischi anche del 30-40%

Neurologia Redazione DottNet | 05/11/2024 14:19

Aiutano a 'ripulire' accumuli tossici nel cervello

Gli adulti vaccinati regolarmente contro una serie di malattie hanno rischi decisamente minori di sviluppare il morbo di Alzheimer: l'ipotesi, gia' avanzata in precedenza, e' confermata da un nuovo vasto studio epidemiologico della 'McGovern Medical School' di Houston.     Le probabilita' di manifestare la malattia, in continuo aumento con l' invecchiamento della popolazione, scenderebbero addirittura del 30-40% a seconda dei vaccini.Consulente dell' indagine pubblicata sul Journal of alzheimer disease, è stato Paul E. Schulz, professore di neurology alla McGovern medical school, che ha osservato rischi inferiori del 40% di una diagnosi del morbo tra le persone che si erano vaccinate contro l' influenza. L' analisi retrospettiva ha considerato i dati relativi a individui tra i 65 e gli 85 anni senza segni di demenza, che sono stati seguiti per 8 anni.

Chi aveva avuto la vaccinazione contro tetano, difteria e pertosse ha evidenziato una diminuzione dei rischi di Alzheimer del 30% rispetto a chi non era stato immunizzato. La riduzione dei rischi e' risultata rispettivamente del 27 e del 25% tra i partecipanti vaccinati contro l' herpes zoster o la polmonite. Secondo uno degli autori del rapporto, Avram Bukhbinder, "i vaccini stimolerebbero il sistema immunitario in generale, che diventa cosi' piu' efficace nello specifico nel rimuovere le proteine tossiche che si accumulano nel cervello dei malati di Alzheimer".    Schulz ha sottolineato l' importanza dei dati emersi in termini di prevenzione vera e propria dello sviluppo del morbo, a fronte del fatto che al momento le uniche armi a disposizione per il trattamento della patologia sono medicinali che al massimo ne rallentano la progressione.

Commenti

Rispondi

I Correlati

Il processo decisionale condiviso migliora l’aderenza terapeutica, educa al trattamento e favorisce lo stile di vita più idoneo al paziente, con un impatto positivo sul decorso della Sclerosi Multipla (SM) e sulla qualità di vita

Capace di indurre una risposta immunitaria più completa

Lo rivela uno studio coordinato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi e l’Università di Firenze

Collaborazione interdisciplinare, neuromodulazione non invasiva e neurotecnologie avanzate: le chiavi per affrontare le sfide delle malattie neurologiche e psichiatriche

Ti potrebbero interessare

Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata

Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori

Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione

All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti

Ultime News

Aodi: “La situazione è ormai fuori controllo e non possiamo permetterci che milioni di italiani restino senza un medico di famiglia. Le carenze sono tangibili in tutte le regioni, e il sistema sanitario italiano rischia il collasso”

I dati dell'Ecdc dall'inizio dell'anno. "Non sottovalutare il dolore al petto"

Gli esperti, "impossibile raggiungere il -75% tra 2010 e 2025"

Con dieta ricca di proteine animali più rischio cardiovascolare