Cefalee, insonnia, problemi respiratori, alterazioni metaboliche e problemi neurologici sono i sintomi più diffusi, e tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza della Pasc
A cinque anni dall'inizio della pandemia, sono tuttora numerosi i casi di pazienti che in Italia, anche a distanza di tempo dalla guarigione, presentano sintomi persistenti dovuti alla cosiddetta Pasc, acronimo di post-acute sequelae of Sars-CoV-2 infection. Circa 6 pazienti su 10 ospedalizzati per Covid nelle fasi più acute della pandemia (2020) presentano ancora sintomi, mentre nei casi meno gravi valutati dai medici di Medicina Generale che non hanno richiesto un ricovero, il rapporto è di un caso ogni 10 pazienti. Cefalee, insonnia, problemi respiratori, alterazioni metaboliche e problemi neurologici sono i sintomi più diffusi, e tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza della Pasc (conseguenze post-acute da Sars-CoV2) sono risultati determinanti l’età avanzata, la presenza di cronicità e/o comorbidità, nonché fumo e alcol.
Studio dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con l’Università di Roma “Tor Vergata” e il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston
Somministrato per iniezione due volte l'anno, il farmaco ha dimostrato un'efficacia di oltre il 99,9% nel prevenire il contagio negli adulti e negli adolescenti, talmente alta da poter essere considerato funzionalmente simile a un vaccino
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Le indicazioni per la prossima campagna ricalcheranno quelle dello scorso autunno, quindi l'anti-Covid sarà "raccomandato" a persone di età pari o superiore a 60 anni. Dalla Florida sconsigliano i vaccini mRna
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