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Medicina di famiglia. L’appello: “Il tempo stringe, serve accelerazione decisa delle riforme”

Medicina Generale Redazione DottNet | 29/04/2025 13:30

Lo chiedono il Movimento per la Dirigenza (Movimento dei Medici di Medicina Generale per la dirigenza), Movimento Giotto (riunisce medici di medicina generale in formazione) e Società Italiana di Medicina di Comunità e delle Cure Primarie (SIMCCP)

“Apprezziamo l’impegno che Ministero della Salute e Regioni stanno portando avanti per il potenziamento dell’assistenza territoriale e la riorganizzazione delle Cure Primarie. Tuttavia, riteniamo indispensabile che si arrivi rapidamente ad una definitiva intesa sulla riforma della medicina generale. Il tempo stringe: le scadenze del PNRR impongono il completamento degli investimenti per il potenziamento dell’assistenza territoriale entro giugno 2026, ma senza una riforma strutturale della medicina generale, il sistema rischia di non reggere il cambiamento”. E' quanto si legge in una nota congiunta di Movimento per la Dirigenza (Movimento dei Medici di Medicina Generale per la dirigenza), Movimento Giotto (riunisce medici di medicina generale in formazione) e Società Italiana di Medicina di Comunità e delle Cure Primarie (SIMCCP)

“Gli standard definiti dal DM 77/2022 rappresentano il riferimento per la riorganizzazione delle cure primarie e sono essenziali per la piena operatività di Case della Comunità e Ospedali di Comunità.

Senza un adeguamento dell’assetto della medicina generale, oggi obsoleto e inadeguato alle esigenze del SSN, questi presidi di prossimità rischiano di restare vuoti contenitori privi delle necessarie risorse umane e competenze professionali”.

In particolare, si chiede:

  • un’evoluzione significativa della formazione, attraverso il passaggio dal Corso regionale di Formazione Specifica in Medicina Generale a una vera e propria specializzazione accademica in Medicina Generale, di Comunità e delle Cure Primarie. Questo allineamento con le altre discipline mediche specialistiche mira a garantire un livello formativo adeguato e ad aumentare l'attrattività dei futuri discenti;
  • un duplice inquadramento contrattuale per i medici di medicina generale, offrendo loro la libertà di scelta tra un rapporto di lavoro dipendente dal SSN nella dirigenza medica (presso Case e Ospedali di Comunità, con compiti assistenziali verso i cittadini che li avranno scelti) e un rapporto in convenzione con il SSN, al fine di rafforzare il modello organizzativo delle cure primarie.
  • L’integrazione immediata dei medici specialisti in Medicina di Comunità e delle Cure Primarie nella medicina generale: una misura essenziale per permettere a professionisti già formati di esercitare la professione di medico di medicina generale e contribuire a colmare le gravi carenze sul territorio.

Un piano così strutturato - si legge ancora nella nota - contribuirebbe anche a rendere più attrattiva la professione del medico di medicina generale. La crescente rinuncia alle borse di studio regionali dei corsi di formazione specifica in medicina generale è un dato allarmante che evidenzia la necessità di un cambiamento radicale per scongiurare un collasso del sistema delle cure primarie nei prossimi anni. Il successo della riforma dell’assistenza territoriale dipende da un’azione tempestiva e coordinata tra Ministero e Regioni. Non possiamo permetterci di perdere ulteriore tempo: ogni ritardo mette a rischio l’efficacia degli investimenti del PNRR e compromette il diritto dei cittadini a un’assistenza di prossimità efficiente, accessibile ed equa. Chiediamo un’accelerazione decisa delle riforme necessarie, con tempi certi e misure concrete, affinché il cambiamento non resti solo una promessa sulla carta ma diventi realtà. Siamo pronti a collaborare per costruire un modello di cure primarie più forte e sostenibile”.

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