In un docmento i punti fondamentali per il rilancio del Servizio sanitario nazionale e la riaffermazione di principi e valori alla base del Servizio sanitario nazionale, strumento fondamentale per la tutela del diritto costituzionale alla salute
“Questo documento nasce dal lavoro congiunto di 130 associazioni che non vogliono arrendersi al declino del SSN e hanno sottoscritto l’appello Non possiamo restare in silenzio. La società civile in difesa della sanità pubblica. L’iniziativa è promossa da Associazione Salute Diritto Fondamentale, Associazione Giovanni Bissoni, LABOSS – Laboratorio Salute e Sanità, Associazione Alessandro Liberati, Prima la Comunità, Salute Internazionale, Cittadinanzattiva, Gruppo Abele, Forum Disuguaglianze e Diversità insieme a molte altre”. Illustrato oggi a Roma in un incontro in cui sono intervenuti tra gli altri, Nerina Dirindin, Vasco Errani, Rosy Bindi, don Virginio Colmegna, Elena Granaglia, Roberto Traversa, il documento sottoscritto dalle varie realtà individua dieci punti fondamentali per il rilancio del Servizio sanitario nazionale e riafferma i principi e i valori alla base del Servizio sanitario nazionale, strumento fondamentale per la tutela del diritto costituzionale alla salute.
1. Il declino del Ssn non è irreversibile. Il secondo pilastro - l’assistenza cosiddetta “integrativa” dei fondi e delle assicurazioni - non è la soluzione. Servono scelte coerenti con il dettato costituzionale, le priorità espresse dalla popolazione e le evidenze scientifiche.2. Il Ssn deve poter contare su risorse adeguate, per garantire il diritto “incomprimibile” alla salute, ridurre gli enormi divari rispetto ai principali paesi europei e colmare quelli al suo interno, ridare fiducia (e risposte) alla popolazione. Deve recuperare capacità di programmazione, indirizzo e controllo a tutti i livelli di governo e potenziare la produzione e l’erogazione diretta di servizi e percorsi di cura da parte delle strutture pubbliche, riducendo progressivamente il ricorso a erogatori privati.
3. Le risorse devono essere destinate agli ambiti prioritari di intervento, in primo luogo al personale del Ssn di tutti i livelli, alla prevenzione, alle cure primarie e alla domiciliarità, in particolare per le persone non autosufficienti e con disabilità. Le politiche del personale non possono continuare ad essere soggette a tetti di spesa anacronistici e causa di effetti perversi fin troppo noti. È necessario adeguare dotazioni e remunerazioni, migliorare le condizioni di lavoro, promuovere formazione e opportunità di crescita professionale e di carriera.
4. I fondi sanitari devono essere riorientati all’interesse generale, prevenendo la creazione di iniquità ed inefficienze, limitando le agevolazioni fiscali ai fondi realmente integrativi e preservando il loro carattere non lucrativo anche nella gestione delle quote versate.
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