Oms: il virus si è evoluto di nuovo e le mutazioni genetiche che ha subìto "possono consentire al virus di diffondersi più facilmente e rappresentare un rischio maggiore per la salute umana"
Allarme per la nuova variante Covid.In Asia, a Singapore e Hong Kong i casi dovuti alla nuova variante del SARS-CoV-2 , la LP.8.1 sono aumentati in modo significativo nelle ultime settimane. Secondo l'infettivologo Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, a causare questa ripresa dei contagi in alcuni Paesi starebbero contribuendo diversi fattori, tra cui un calo dell'immunità dovuto al fatto che sono trascorsi diversi anni dalla vaccinazione. Le preoccupazioni maggiori riguardano – ha aggiunto l'esperto ad Adnkronos – i Paesi con un basso tasso di vaccinazione: "A Singapore c'è stato un raddoppio dei casi, parliamo di uno Stato dove in passato si è vaccinato molto. Se questa variante dovesse colpire l'India, un Paese dove invece si è vaccinato pochissimo contro il Covid, sarebbe un bel problema". A fronte di questi dati, secondo Bassetti è importante monitorare la situazione e osservare cosa succede nelle prossime settimane. Alla luce della diffusione della variante LP.8.1 che sfugge agli immunizzanti, l'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l'aggiornamento dei vaccini anti-Covid per includere la nuova variante del virus Sars-CoV-2 in vista della campagna vaccinale 2025/2026.
In realtà, la variante LP.8.1 non è una nuova arrivata delle ultime settimane. Rilevata per la prima volta nel luglio 2024, tra marzo e aprile 2025 è diventata quella dominante in diverse aree del mondo, compresi Stati Uniti e Regno Unito. Ma cosa sappiamo di LP.8.1.? Questa variante appartiene al lignaggio JN.1, a sua volta della famiglia Omicron. Nello specifico, discende da KP.1.1.3, che si era formata a sua volta da JN.1 responsabile di importanti ondate in tutto il mondo tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024.
Come si legge in questo approfondimento sulla rivista scientifica The Conversation, a gennaio l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha classificato LP.8.1 come "variante sotto monitoraggio" – ma non come variante di interesse o di preoccupazione – in seguito alla crescita della sua circolazione a livello globale. Questo infatti implica che il virus si è evoluto di nuovo e le mutazioni genetiche che ha subìto "possono consentire al virus di diffondersi più facilmente e rappresentare un rischio maggiore per la salute umana".
Nello specifico, nella variante LP.8.1 sono state individuate nove mutazioni nella proteina spike, quella che permette al virus di infettare le cellule bersaglio. Uno studio pubblicato su The Lancet, che ha analizzato i dati dai Paesi in cui la variante si sta diffondendo, suggerisce che questa variante potrebbe avere una capacità di diffondersi nella popolazione maggiore della variante XEC. Tuttavia, l'infettività di LP.8.1 resta sensibilmente più bassa della variante da cui si è formata, la JN.1. Per quanto riguarda i sintomi, da quanto è emerso finora non sembrano essere più gravi di quelli prodotti da altri ceppi circolanti: tra quelli più comuni associati al lignaggio JN.1 della famiglia Omicron, cui appartiene anche la variante dominante negli USA, vi sono sempre quelli simil influenzali: febbre alta, alterazione del gusto o dell’olfatto, mal di gola, tosse secca, stanchezza e dolori muscolari (mialgia). Per il momento, è importante ricordare che in un comunicato stampa di febbraio 2025, l'Oms ha valutato come "basso" il rischio aggiuntivo per la salute pubblica rappresentato da LP.8.1 a livello globale. Anche per quanto riguarda la validità del vaccini, quelli raccomandati "dovrebbero rimanere reattivi a questa variante contro le malattie sintomatiche e gravi, poiché la fuga immunitaria LP.8.1 è paragonabile a XEC che ha dimostrato di avere una fuga immunitaria limitata dai vaccini di richiamo mRNA JN.1 o KP.2″, conclude l'Oms.
LP.8.1 dal mese scorso ha iniziato una inarrestabile cavalcata che l'ha portata a superare negli USA e altrove la variante XEC, a sua volta una forma ricombinante del SARS-CoV-2, “nata” dall'unione delle varianti KS.1.1 (FliRT) e KP.3.3 (FluQe). Tutti i lignaggi nominati fanno parte della famiglia Omicron. Il programma di sorveglianza “Tracking SARS-CoV-2 Variants” dell'OMS indica che la variante LP.8.1 presenta le seguenti nove mutazioni aggiuntive rispetto a JN.1: S:S31-, S:F186L, S:R190S, S:R346T, S:V445R, S:F456L, S:Q493E, S:K1086R e S:V1104L. Sono tutte localizzate sulla proteina S o Spike, il grimaldello biologico del patogeno pandemico in grado di agganciarsi al recettore ACE2 sulle cellule umane e innescare l'infezione, che porta alla malattia chiamata COVID-19. LP.8.1 è stata messa sotto la lente di ingrandimento da parte di un team di ricerca internazionale guidato da scienziati giapponesi de Dipartimento di Microbiologia e Immunologia – Istituto di Scienze Mediche dell'Università di Tokyo, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari istitui. Fra quelli coinvolti il Centro internazionale di ricerca sulle malattie infettive, i Centro internazionale di progettazione dei vaccini e il Cento di ricerca sui virus dell'Università MRC di Glasgow (Regno Unito).
Gli scienziati, coordinati dai professori Kei Sato e Luo Chen della Divisione di Virologia dei Sistemi presso l'ateneo nipponico, hanno indicato nel loro articolo pubblicato su The Lancet che la variante LP.8.1 è un lignaggio discendente di KP.1.1.3, che a sua volta è derivata da JN1 e rappresenta ancora oggi una delle varianti maggiormente in circolazione. Attraverso l'analisi dei dati genomici provenienti da diversi Paesi in cui la variante ha iniziato a diffondersi rapidamente, ovvero Australia, Canada, Giappone e Stati Uniti, i ricercatori hanno determinato che la variante ha numero di riproduzione effettiva relativa (Rₑ) superiore a quello di XEC (1,067); si tratta di una misura che indica la capacità del patogeno di diffondersi tra la popolazione. Quando il valore è superiore a 1 significa che l'epidemia è in crescita; non a caso adesso troviamo LP.8.1 come variante dominante negli USA e altrove.
Le indagini virologiche, tuttavia, mostrano dati piuttosto rassicuranti. Il professor Kato e colleghi hanno determinato che l'infettività di LP.8.1 è sensibilmente inferiore rispetto a quello della variante madre JN.1, ovvero ben il 67 percento in meno. Le due mutazioni responsabili di questo calo significativo sarebbero His445Arg e Phe456Leu. Ciò nonostante, è stata osservata anche una maggiore immuno-evasività – resistenza immunitaria superiore – rispetto a JN.1, ma simile a XEC. In parole semplici, ha una maggiore capacità di eludere gli anticorpi neutralizzanti legati a vaccini e precedenti infezioni, pur non esacerbando il rischio di Covid grave. Alla luce di questi dati ci si può aspettare un maggior numero di infezioni e reinfezioni da parte di LP.8.1, ma comunque non una maggiore virulenza. “Considerando le prove disponibili, il rischio aggiuntivo per la salute pubblica posto da LP.8.1 è valutato come basso a livello globale”, ha spiegato l'OMS in un comunicato. “Si prevede che i vaccini COVID-19 raccomandati rimangano cross-reattivi a questa variante contro la malattia sintomatica e grave, poiché l'immuno-evasività di LP.8.1 è paragonabile a XEC che ha dimostrato di avere un'immuno-evasività limitata dai vaccini booster mRNA JN.1 o KP.2. Pertanto, è improbabile che la continua diffusione di questa variante da sola aumenti l'onere per i sistemi sanitari pubblici nazionali rispetto ad altri sotto-lignaggi Omicron”, ha chiosato l'OMS.
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