Analisi, il problema è mangiare troppo, specie cibo industriale
L'obesità è causata da un eccessivo introito calorico più che dalla sedentarietà: è il verdetto di un lavoro apparso sui Proceedings of the National Academy of Sciences, che potrebbe porre fine all'annoso dibattito se la causa principale dell'obesità sia l'alimentazione o la mancanza di esercizio fisico. È emerso chiaramente che la colpa dell'obesità è da attribuire a un maggiore consumo di alimenti ultra-trasformati (UPF), come wurstel e altri preparati di carne, piatti pronti e snack dolci, osservando che "la percentuale di UPF nella dieta era correlata positivamente alla percentuale di grasso corporeo"; mentre il dispendio energetico e quindi l'attività fisica c'entrano solo marginalmente.
I risultati sono stati classificati in gruppi in base al livello di sviluppo economico, a causa delle differenze generali nello stile di vita e nell'alimentazione tra i gruppi con diversi livelli di sviluppo economico. E' emerso che sia il dispendio energetico totale sia il basale sono diminuiti leggermente, di circa il 6-11%, con lo sviluppo economico. È però anche emerso che l'energia bruciata con l'attività fisica risultava ancora complessivamente più alto nelle popolazioni economicamente più sviluppate, indicando che non è probabile che sia la mancanza di esercizio fisico a causare un BMI o un grasso corporeo più elevati. I ricercatori hanno inoltre scoperto che il dispendio energetico totale è solo debolmente associato all'obesità, rappresentando circa il 10% dell'aumento dell'incidenza dell'obesità nei paesi economicamente più sviluppati. Nonostante l'esercizio fisico non sia il principale fattore determinante dell'obesità, gli autori dello studio incoraggiano a praticarlo regolarmente, poiché è comunque fondamentale per prevenire le malattie e mantenere una migliore salute mentale. Lo studio sottolinea anche la necessità di porre l'accento sulla riduzione delle calorie provenienti dagli alimenti altamente trasformati per contribuire ad affrontare la crisi dell'obesità.
"Non si gioca con la salute delle persone, e non si può trasformare un'area di servizio in una vetrina per cibo dannoso. La prevenzione passa anche da qui: dalla responsabilità di chi comunica"
Documento per ridurre contagi da batteri pericolosi nei fragili
Report Aletheia, eccesso cibi ultra-formulati. Partire da scuole
Fermentazione e microbiota intestinale: nuovi sviluppi confermano un significativo impatto prebiotico e antiinfiammatorio
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
dottnet.title.comments