Fimmg e Metis lanciano una infografica per supportare i medici di medicina generale. Di Rosa: proteggere i soggetti più vulnerabili. Triassi e Simonetti: Colpevole e grave il depotenziamento dei Dipartimenti di prevenzione
Salgono a 89 in Italia i casi confermati nel 2025 di infezione da West Nile Virus (WNV) nell'uomo: erano 32 nel precedente bollettino pubblicato la scorsa settimana. Lo rende noto l'Istituto superiore di sanità (Iss). I decessi segnalati dall'Iss sono otto, ma a questi si è aggiunto ieri sera un ulteriore decesso - un uomo di 76 anni nel casertano - non ancora notificato all'Istituto. I dati sono contenuti nel terzo bollettino della sorveglianza pubblicato oggi. Tra i casi confermati dall'inizio della sorveglianza al 30 luglio, 40 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (2 Piemonte, 1 Lombardia, 3 Veneto, 1 Emilia-Romagna, 23 Lazio, 10 Campania), 2 casi asintomatici identificati in donatori di sangue (1 Veneto, 1 Campania), 46 casi di febbre (1 Lombardia, 5 Veneto, 35 Lazio, 4 Campania, 1 Sardegna) e 1 caso asintomatico (1 Campania). Sono stati notificati al momento 8 decessi (1 Piemonte, 2 Lazio, 5 Campania). La letalità, calcolata sulle forme neuro-invasive fin ora segnalate, è pari al 20% (nel 2018 20%, nel 2024 14%). Salgono a 31 le Province con dimostrata circolazione del WNV appartenenti a 10 Regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia e Sardegna. Nel 2024 ci sono stati 484 casi (266 nella forma neuro invasiva), con 36 decessi. Nel 2023 i casi notificati sono stati 394 (195 nella forma neuroinvasiva), con 32 decessi. Il 2022 è l'anno in cui ci sono stati più casi dall'inizio della sorveglianza, 728 (330 nella forma neuroinvasiva) con 51 decessi.
"Oggi non siamo in una situazione di allarme, ricordiamo che l'infezione non si trasmette da persona a persona ma solo attraverso le punture di zanzare. Per questo è importante che la popolazione utilizzi tutte le misure di prevenzione, da quelle per evitare la proliferazione delle zanzare a quelle personali per proteggersi dalle punture. Ricordiamo di rivolgersi al proprio medico in caso di febbre superiore a 38° per effettuare la diagnosi". Lo afferma Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità. "Stiamo monitorando la situazione con molta attenzione insieme al ministero della Salute, alle Regioni e agli Istituti zooprofilattici - sottolinea Palamara -. Tutte le misure sono in campo, comprese quelle a protezione dei trapianti e delle trasfusioni".
"La diffusione del West Nile virus e il numero di casi umani registrati in queste settimane estive del 2025 è in linea con gli anni precedenti, per cui non vi è nessun segnale di allarme – afferma il Dr. Enrico Di Rosa, Presidente della Società Italiana d’Igiene (SItI) - In Italia, inoltre, la circolazione del virus West Nile, e i conseguenti casi in ambito veterinario e umano, non sono una novità. Il Piano Nazionale Arbovirosi 2020-2025, elaborato dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, prevede infatti una sorveglianza specifica per la patologia, in particolare nel periodo di massima presenza del vettore, tra maggio e novembre, con un approccio integrato tra Sanità umana e veterinaria ‘One Health’. Come noto, nella maggior parte dei casi, l’infezione è asintomatica (80%) o paucisintomatica (20%), mentre nell’1% dei casi può insorgere una sintomatologia neurologica e, in circa 1 caso su 1000, un’encefalite, con forme neuroinvasive, dove i soggetti anziani e immunodepressi o con comorbidità sono i più colpiti. Attualmente non esiste né una terapia specifica né un vaccino preventivo. È essenziale, pertanto, proteggere i soggetti più vulnerabili raccomandando l’utilizzo di repellenti e vestiti il più possibile coprenti quando si trascorrono ore all’aperto, dotarsi di zanzariere a livello domestico e, per coloro che hanno piante e giardini, evitare ristagni d’acqua e l’eventuale utilizzo di prodotti larvicidi. In Italia, storicamente, la maggior parte dei casi si riscontra nel Nord Italia, in particolare nell’area del Delta del Po. Tuttavia, come si evince dal Bollettino Nazionale Sorveglianza Integrata del West Nile e Usutu virus del 31 luglio 2025, rilasciato in data odierna, in queste settimane sono stati registrati alcuni casi, anche severi, tra Lazio e Campania che hanno portato ad una rapida attivazione delle Regioni, ASL e Amministrazioni comunali per interventi straordinari di disinfestazione e per assicurare la sicurezza di donazioni di sangue, organi e tessuti attraverso test NAT molecolari".
«Se il virus si trasmettesse da uomo a uomo oggi saremmo in una situazione molto grave ed è molto grave che dopo il Covid non si siano potenziati i Dipartimenti di prevenzione. Il virus West Nile non porta ad un rischio pandemico, certo, ma non è possibile farsi trovare impreparati. Attuare dei programmi di prevenzione ed essere in condizione di intercettare questi rischi prima che si presentino è un dovere al quale non possiamo sottrarci». Lo dicono Andrea Simonetti e Maria Triassi, rispettivamente presidente e vicepresidente della sezione campana della Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI). Per Simonetti e Triassi il virus West Nile, la cui diffusione sta causando decessi tra la Campania e il Lazio, rende insomma necessaria una seria riflessione su un problema del depotenziamento progressivo dei Dipartimenti di prevenzione delle ASL. Questi Dipartimenti, essenziali per la sorveglianza epidemiologica, la prevenzione e la gestione delle malattie infettive e vettoriali, hanno subito negli ultimi anni una riduzione drastica delle risorse, sia umane che economiche. Un fatto grave, che oggi dimostra tutte le sue conseguenze proprio con il virus West Nile. La minore capacità operativa di questi dipartimenti, infatti, limita fortemente attività cruciali come il monitoraggio sistematico della diffusione dei vettori (zanzare), gli interventi tempestivi di disinfestazione, il controllo e il campionamento degli animali sentinella (come gli uccelli selvatici), oltre che la tempestività nella comunicazione alla cittadinanza sulle precauzioni da adottare. «Il depotenziamento dei Dipartimenti di prevenzione è una scelta miope che rischiamo di pagare caro in termini di salute pubblica», proseguono Simonetti e Triassi: «Le attività dei Dipartimenti non si limitano alla gestione dell’emergenza sanitaria, ma riguardano soprattutto la prevenzione primaria attraverso un’attività continua sul territorio, la formazione degli operatori sanitari, e la sorveglianza epidemiologica, che rappresentano le vere armi per evitare che situazioni come quella attuale diventino emergenze incontrollabili». Ripristinare risorse e personale qualificato nei dipartimenti di prevenzione, concludono Simonetti e Triassi, «è una priorità assoluta che non può più essere rinviata: ne va della sicurezza sanitaria di tutti».
La Fimmg, attraverso la Società Scientifica dei Medici di Medicina Generale (Metis) ha realizzato un'infografica divulgativa che sarà inviata a tutti i medici di medicina generale presenti sulle piattaforme di formazione Metis. Obiettivo dell'iniziativa è fornire in maniera semplice, chiara ed immediata tutte le principali informazioni sulla febbre West Nile (West Nile Virus - WNV), così da migliorare la capacità dei medici di rispondere ai dubbi dei pazienti e intervenire tempestivamente con consigli pratici di prevenzione e monitoraggio. L'infografica, elaborata sulla base delle informazioni fornite dal Ministero della Salute e dall'Istituto Superiore di Sanità, spiega in modo chiaro e immediato il quadro sintomatologico della malattia, le modalità di trasmissione, la diagnosi e le misure preventive raccomandate per limitare la diffusione del virus. «La febbre West Nile è spesso asintomatica, ma può causare gravi conseguenze soprattutto nelle persone anziane e nei pazienti fragili», spiega Tommasa Maio, Vicepresidente di Metis e Responsabile Nazionale Area Vaccini Fimmg. Di qui l’importanza di questa iniziativa: «È fondamentale che i medici di medicina generale siano supportati e adeguatamente informati per poter intervenire rapidamente e rassicurare i pazienti. Con questa infografica, abbiamo voluto offrire uno strumento efficace e facilmente consultabile che sintetizzi le informazioni essenziali sul virus e supporti il ruolo dei medici di medicina generale come primo presidio di salute per i cittadini». La West Nile è una malattia provocata dal virus del Nilo Occidentale e appartenente alla famiglia dei Flaviviridae. La trasmissione avviene prevalentemente tramite puntura della zanzara del genere Culex. La sorveglianza epidemiologica è coordinata dall'ISS e dal Ministero della Salute, con una particolare attenzione rivolta ai casi umani sia importati sia autoctoni, e alla sicurezza di sangue, organi, tessuti e cellule. L’infografica è già stata inviata a migliaia di medici di medicina generale su tutto il territorio nazionale.
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