Scotti: “Medici di medicina generale troppo pochi, solo 68 ogni 100mila abitanti”
«Il ruolo del medico di medicina generale "va assolutamente recuperato perché è lo spirito che governa la medicina di prossimità. Ora siamo in una fase di terra di nessuno: la vecchia figura del medico di famiglia, centrale rispetto al Servizio sanitario nazionale e primo approdo del cittadino, del paziente, è stata logorata da una serie di sovrastrutture amministrative e burocratiche, oltre che da una certa narrazione». Lo ha detto il presidente della Commissione Politiche sociali del Senato, Franco Zaffini, intervenendo all’83esimo Congresso della Fimmg, in corso al Voi Tanka Village di Villasimius, in un dibattito con il segretario della Federazione italiana dei medici di medicina generale, Silvestro Scotti.
«Anche la categoria deve acquisire consapevolezza del momento che stiamo vivendo. In questa partita non c'è pareggio: si vince o si perde. E io lavoro, ovviamente, affinché il medico di medicina generale vinca questa partita e si posizioni dentro il suo ruolo e il suo perimetro», ha aggiunto Zaffini.
Su questo punto, il presidente della Commissione Politiche sociali del Senato ha precisato: «Ci sono già progetti di legge: ce n'è uno mio già depositato e ce ne sarà un altro, da qui a qualche giorno, per introdurre la formazione specialistica universitaria del medico di medicina generale. È solo il primo passo, però, perché ciò che è necessario è riacquistare orgoglio e consapevolezza da parte della categoria». Scotti, dal canto suo, ha ricordato che «la categoria si aspetta anche segnali forti su aspetti non solo reddituali ma anche, se vogliamo, simbolici. Occorre costruire un percorso con l’Università affinché questa possa sì entrare nel territorio, ma anche il territorio nell’Università. Nella formazione dei giovani, i medici di medicina generale devono poter essere protagonisti della didattica accademica».
Infine, Scotti ha richiamato i numeri che descrivono la grande sofferenza del settore: «La complessità che si richiede all’azione del territorio non può ricadere su percentuali così basse di medici di medicina generale. Il sistema della medicina generale è quello a maggior sofferenza: 68,1 medici attivi ogni 100mila abitanti. In alcune regioni le cose vanno anche peggio, con 62 medici per 100mila abitanti. C’è un aumento di bisogni a fronte di una forte riduzione dei medici di famiglia».
Orari più flessibili, supporto ai giovani medici nelle AFT e risorse per il funzionamento delle Case di Comunità in linea con il PNRR. I tempi più complessi rinviati alla prossima tornata contrattuale, adesso è corsa all'accordo
Soddisfazione per la proposta del programma scientifico e politico che hanno visto una partecipazione intensa dei delegati
L’indagine, basata sui dati 2024 e riferita a 2.720 medici di medicina generale su 3.059 attivi in Campania, mostra un quadro eloquente: solo il 65% delle prescrizioni è registrato nelle ore canoniche (8-20)
"il concetto di ruolo unico, per come oggi è espresso nell’ACN, risulta ormai troppo statico, troppo legato alla figura del singolo medico, e non sufficientemente ancorato all’elasticità funzionale dell’intera AFT"
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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