Ascierto: “Risultato incoraggiante. Il prossimo passo sarà verificare l’efficacia in studi più ampi”
Per la prima volta un vaccino a mRNA ‘fisso’, più semplice ed economico da produrre rispetto ai vaccini personalizzati, si è dimostrato in grado di raddoppiare il tasso di risposta nei pazienti con melanoma avanzato e resistenti a più trattamenti standard, sia in combinazione con l’immunoterapia (cemiplimab) che da solo. A dirlo è stato Paolo Ascierto, professore ordinario di Oncologia all’Università Federico II di Napoli e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli, in occasione del congresso annuale dell’European Society For Medical Oncology (ESMO), in corso a Berlino.
“BNT111 è un vaccino terapeutico basato sulla tecnologia a RNA messaggero (mRNA), reso famoso dai vaccini sviluppati contro il Covid-19 – spiega Ascierto –. Ma in questo caso, non si tratta di prevenire un virus, bensì di curare un tumore, il melanoma. Si tratta di un vaccino fisso, perché non è creato su misura per le mutazioni uniche di un singolo paziente. È standardizzato per colpire un set di quattro antigeni (proteine) che sono presenti nella maggior parte dei melanomi. Il vaccino fornisce alle cellule dei pazienti una sorta di ‘manuale di istruzioni’, sotto forma di mRNA, per insegnare al sistema immunitario a riconoscere e distruggere le cellule cancerose che esprimono quelle quattro specifiche proteine”.
Interessanti anche i risultati registrati nei pazienti a cui è stato somministrato solo il vaccino fisso. “La somministrazione del solo vaccino ‘fisso’ ha raggiunto un tasso di risposta obiettivo del 17% - precisa Ascierto–. È stata osservata una risposta completa (CR) nel 13% dei pazienti trattati in monoterapia. Mentre i dati di follow-up mostrano un impatto positivo anche sulla sopravvivenza a lungo termine: il 37,6% dei pazienti era ancora vivo a 24 mesi e, nello stesso periodo di 2 anni, il 21% era libero dalla progressione del tumore”. La somministrazione del vaccino, sia da solo che in combinazione, si è dimostrata ben tollerata e con un profilo di sicurezza gestibile. Gli effetti più comuni sono stati febbre e brividi. “Questi dati confermano il potenziale dei vaccini a mRNA ‘fissi’ come nuovo strumenti contro il melanoma avanzato – conclude Ascierto –. In una popolazione refrattaria ad altri trattamenti, vedere risposte obiettive, incluse remissioni complete, è un risultato incoraggiante. Il prossimo passo sarà verificare l’efficacia in studi più ampi”.
Due studi presentati all'Esmo rafforzano potenziale di trastuzumab deruxtecan di diventare un trattamento fondamentale nel setting del tumore al seno in fase iniziale con finalità curativa
Nel nostro Paese, fra il 2020 e il 2025, è stimata una diminuzione dei tassi di mortalità per cancro del 14,5% negli uomini e del 5% nelle donne. Sono dati migliori rispetto alla media continentale
All’Esmo di Berlino presentati i risultati dello studio di fase 3 Potomac che mettono in evidenza importanti progressi per prolungare la sopravvivenza dei pazienti
Crescita drastica, superiore ad altre tipologie combinate
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
Commenti