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Influenza, primo bollettino: 427mila infezioni respiratorie in 7 giorni, in linea con il 2024

Infettivologia Redazione DottNet | 31/10/2025 18:40

"4 milioni gli italiani colpiti la scorsa stagione, con il vaccino spray meno 61% i ricoveri"

Influenza 2025, arriva il primo bollettino. "Sono 427mila i casi stimati di infezioni respiratorie acute nella settimana dal 20 al 26 ottobre", indica il primo bollettino di stagione della sorveglianza RespiVirNet pubblicato dall'Istituto superiore di sanità, da quest'anno in forma interattiva.

Incidenza

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"L'incidenza totale nella settimana analizzata è pari a 7,36 casi per 1.000 assistiti, leggermente più alta, ma sostanzialmente in linea con le stagioni precedenti", si legge nel report. "L'incidenza più elevata si osserva nella fascia di età 0-4 anni, con circa 18 casi per 1.000 assistiti. L'intensità è bassa o al livello basale per tutte le regioni tranne la Basilicata, dove invece è media". Per quanto riguarda la sorveglianza virologica, approfondisce l'Iss, "si registra ancora un basso tasso di positività per i virus influenzali e per il virus respiratorio sinciziale" Rsv o Vrs. "Tra i virus respiratori circolanti, i valori di positività più elevati sono stati rilevati per i rhinovirus, per Sars-CoV-2 e per i virus parainfluenzali". Nel dettaglio, durante la settimana esaminata "il 2% del campione è risultato positivo al virus influenzale, quasi totalmente di tipo A; il 10% al Sars-CoV-2, lo 0,6% al virus respiratorio sinciziale e i rimanenti sono risultati positivi per altri virus respiratori: 237 (21,1%) rhinovirus, 48 (4,3%) virus parainfluenzali, 42 adenovirus, 9 coronavirus umani diversi da Sars-CoV-2, 1 bocavirus e 1 metapneumovirus". "Anche nel flusso ospedaliero i tassi di positività più elevati nei campioni di pazienti ricoverati sono stati rilevati per i rhinovirus, seguiti dal Sars-CoV-2", si precisa nel rapporto.

Nuova definizione di caso

L'Iss ricorda che "da quest'anno la sorveglianza prende in considerazione le Ari (infezioni respiratorie acute) e non le Ili (sindromi simil influenzali), una definizione più ampia: le Ili prevedono la coesistenza di un sintomo respiratorio (tosse, mal di gola) con uno sistemico (malessere, dolori muscolari), mentre le Ari si limitano alla coesistenza di uno tra tosse, mal di gola, difficoltà respiratoria e coriza (raffreddore, naso che cola)". La definizione di Ari, rimarca l'Istituto superiore di sanità, "oltre a essere omogenea a quella adottata in Europa dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), permette di monitorare più accuratamente i virus respiratori diversi dall'influenza". Più precisamente, "la definizione clinica di Ari include: insorgenza improvvisa dei sintomi e almeno uno dei seguenti 4 sintomi respiratori: tosse, mal di gola, difficoltà respiratoria, coriza (raffreddore, naso che cola), e giudizio clinico che l'affezione sia dovuta a un'infezione".

Palamara (Iss): "Vaccinarsi ora"

Il numero di casi di infezioni respiratorie acute in Italia "al momento si può considerare in linea con quello della scorsa stagione, nonostante la nuova definizione di caso più ampio renda difficile fare un confronto diretto. E' presto per stimare quale sarà l'andamento della stagione, ma ricordiamo che questo è il momento più adatto per vaccinarsi, per avere la massima protezione quando il numero di casi inizierà a salire, soprattutto per le persone più fragili", è l'invito di Anna Teresa Palamara, a capo del Dipartimento di Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità.

Il parere degli esperti

Nella stagione 2024-2025 in Italia il virus influenzale ha colpito quasi 4 milioni di persone, il 23% dei 16 milioni e 129mila casi stimati di sindromi simil-influenzali, un numero mai registrato in precedenza. L'influenza stagionale può colpire chiunque, ma rappresenta un rischio particolare per le fasce più fragili tra cui i bambini, gli anziani e le persone immunocompromesse. Nei bambini può manifestarsi con febbre alta, tosse, dolori muscolari e malessere generale, talvolta con complicanze come otiti o bronchiti. Prevenire l'influenza risulta fondamentale sia per proteggere la salute dei bambini sia per limitare la diffusione del virus. Uno degli strumenti più efficaci per prevenire il contagio, ridurre gli effetti secondari e limitare la circolazione del virus nella comunità è rappresentato dalla vaccinazione. Per i bambini - indicata dai 2 ai 18 anni e rimborsata dai 2 ai 6 anni a livello nazionale - è disponibile, in particolare, una formulazione spray nasale, il vaccino vivo attenuato antinfluenzale, che ha dimostrato di poter ridurre le ospedalizzazioni fino al 61% e che elimina l'uso dell'ago consentendo una somministrazione semplice e ben tollerata, favorendo un'adesione più ampia alla campagna vaccinale. E' quanto emerso in occasione di un media tutorial online. Secondo gli esperti, "la formulazione spray nasale facilita la somministrazione e aumenta l'adesione, con benefici per tutta la popolazione".

"Sulla base dei dati che arrivano dall'Australia, dove l'epidemia stagionale di influenza si colloca nell'inverno meteorologico (nei mesi della primavera-estate dell'emisfero Nord), possiamo prevedere che quest'inverno avremo a che fare con virus che potrebbero causare un notevole impatto epidemiologico e una maggiore frequenza di quadri clinici severi, rispetto alle stagioni precedenti - spiega Silvio Tafuri, ordinario di Igiene generale e applicata all'università degli Studi di Bari Aldo Moro - Durante la quarta settimana del 2025, l'incidenza delle sindromi simil-influenzali in Italia ha raggiunto la soglia di alta intensità, con 17,3 casi ogni 1.000 assistiti: un dato che segna il picco della stagione e conferma l'ampia diffusione del virus".

I dati di sorveglianza internazionale, "come quelli di RespiVirNet - prosegue Tafuri - mostrano un impatto significativo dell'influenza nella popolazione pediatrica, con i tassi di ospedalizzazione 2024-2025 tornati ai livelli pre-pandemici, in cui si erano ridotti grazie a distanziamento sociale, dispositivi di protezione individuale e il verificarsi del cosiddetto fenomeno di antagonismo dei virus. La prevenzione rappresenta lo strumento più efficace per ridurre il rischio di contrarre l'infezione o per evitare di trasmettere il virus ad altri. Le strategie preventive si articolano due livelli: l'adozione di comportamenti e misure igienico-sanitarie volte a ridurre la trasmissione del virus - lavare regolarmente le mani, osservare una buona igiene respiratoria, evitare di toccarsi occhi, naso o bocca, rimanere a casa se si presentano sintomi, evitare il contatto stretto con persone con sintomatologia che può essere attribuibile all'influenza - e una protezione specifica, di natura preventiva, che si realizza attraverso la vaccinazione antinfluenzale".

Tra i vaccini disponibili, uno degli strumenti "con cui possiamo prevenire il contagio è il vaccino vivo attenuato (Laiv) - evidenzia Tafuri - che si distingue dai vaccini inattivati (Iiv) perché contiene virus indeboliti, incapaci di causare la malattia, ma in grado di stimolare una risposta immunitaria simile a quella naturale. Questo meccanismo consente la produzione di anticorpi IgA e IgG e l'attivazione delle cellule T, garantendo una protezione ampia e duratura. Gli studi mostrano che l'efficacia reale del Laiv è stata del 61,9% verso tutti i ceppi e che la protezione offerta tende a mantenersi stabile fino a un anno". Tra i vantaggi del Laiv - ribadiscono gli esperti - anche la modalità di somministrazione spray nasale, che elimina in ricorso all'ago riducendo la preoccupazione del bambino e la difficoltà del pediatra. "Secondo diverse ricerche, la somministrazione nasale senza ago è preferita dal 69% dei bambini e da circa l'80% dei genitori, e rende più agevole l'organizzazione delle campagne vaccinali anche in ambito scolastico, dove è possibile raggiungere tutte le fasce della popolazione, anche chi non avrebbe altro accesso al vaccino - rimarca Tafuri - Facilitare l'adesione dei più piccoli alla campagna significa rendere la prevenzione più accessibile e aumentare la copertura complessiva della popolazione infantile".

"Globalmente, circa il 42% di tutte le ospedalizzazioni per influenza riguarda bambini e adolescenti, spesso sani e non vaccinati - dichiara Rocco Russo, specialista ambulatoriale pediatra presso l'Asl di Benevento e coordinatore tavolo tecnico vaccinazioni della Società italiana di pediatria - Questa fascia d'età non solo è più vulnerabile, e una volta contagiata può presentare complicanze come polmoniti, otiti, alterazioni gastrointestinali ed encefaliti, ma rappresenta anche un veicolo importante di trasmissione: fino all'80% dei contagi familiari origina infatti dai più giovani, che frequentano ambienti chiusi come asili e scuole. Il 20% dei bambini ospedalizzati può andare incontro a complicanze che richiedono la terapia intensiva, con un rischio maggiore tra i 9 e i 17 anni".

"E' importante che i genitori si rivolgano al pediatra in caso di un importante aumento di febbre e dei sintomi correlati avvenuto in 24-48 ore - raccomanda Russo - in modo che il medico possa intercettare eventuali criticità. I dati dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) hanno confermato che la vaccinazione riduce le visite ambulatoriali per influenza dal 59% al 67%, e le ospedalizzazioni dal 52% al 61%, oltre a diminuire del 64% l'uso di antibiotici per infezioni respiratorie correlate. Il vaccino copre i ceppi identificati dall'Oms per la stagione in corso: pur con la consapevolezza che il bambino può ammalarsi di altre forme virali, resta uno strumento certificato per tenerlo al sicuro".

Proteggere i bambini significa anche prendersi cura dei nonni e degli adulti fragili, con cui sono molto spesso in contatto diretto, e ridurre i giorni di assenza dei piccoli da scuola e di conseguenza dei genitori dal lavoro (in media di 3,2 giorni). "Vaccinare la fascia 5-17 anni con il vaccino spray Laiv comporta una riduzione del 7,3% dei casi sintomatici di influenza in tutte le età, con benefici evidenti anche tra gli over 65, fascia in cui spesso rientrano proprio i nonni", precisa Russo.

"In base alle raccomandazioni del 'Calendario vaccinale per la vita 2025' - conclude - il vaccino spray è raccomandato in via preferenziale per i bambini dai 2 ai 6 anni e, come da scheda tecnica del prodotto, indicato fino ai 18 anni, offrendo una protezione efficace, indolore e semplicità di somministrazione. La vaccinazione antinfluenzale pediatrica è una valida strategia di salute pubblica che attraverso la tutela della salute dei più piccoli contribuisce a rafforzare la protezione dell'intera comunità: della sua promozione si occupano in primis i pediatri di famiglia, ma in caso di una loro eventuale impossibilità logistica i centri vaccinali saranno preposti a mettere in atto le opportune sinergie finalizzate a colmare la eventuale locale criticità della offerta vaccinale per la fascia pediatrica. Il ruolo del pediatra è fondamentale per informare correttamente le famiglie sull'importanza del vaccino e sui rischi di una mancata adesione".

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