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St. Jude Medical punta su neuromodulazione,+40% ricavi in primo trimestre

Aziende Redazione DottNet | 17/07/2009 15:55

La neuromodulazione come ultima frontiera nella lotta alla depressione e ai sintomi più invalidanti del morbo di Parkinson.

E' il settore sul quale ha deciso di scommettere St. Jude Medical. Il gruppo americano che opera nel settore dei dispositivi medicali per il trattamento di patologie cardiovascolari e neurologiche, ha infatti rafforzato la sua presenza su questo segmento di mercato registrando una crescita del 40% nei ricavi del primo trimestre 2009 che hanno raggiunto quota 73 milioni di dollari.
L'ampliamento del business è passato anche attraverso l'acquisizione della proprietà intellettuale e del knowhow della società Northstar Neuroscience, impegnata nello sviluppo di terapie come la stimolazione corticale per il trattamento del disturbo depressivo maggiore, ictus e altri disturbi neurologici. Non solo: parallelamente St. Jude Medical sta sviluppando una serie di progetti per la cura del morbo di Parkinson.

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Si è appena concluso, per esempio,l'arruolamento dei pazienti nello studio clinico americano sulla Stimolazione cerebrale profonda (DBS - Deep Brain Stimulation) per la cura di questa patologia.
"Queste operazioni rientrano nella strategia di rafforzare sempre più la nostra presenza nel business della neuromodulazione" ha commentato in una nota Daniel J. Starks, Chairman e Ceo di St. Jude Medical. Con questa operazione, St. Jude Medical acquisisce le
proprietà intellettuali del portafoglio della Northstar, i suoi dati clinici, i suoi progetti di sviluppo di dispositivi e le sue apparecchiature di fabbricazione e produzione.

 

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