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Operato per dimagrire, muore. Condannati i due medici

Professione Redazione DottNet | 29/09/2009 18:26

Il gup del tribunale di Bari Antonio Lovecchio ha condannato per omicidio colposo due medici ritenuti responsabili della morte di Renato Convertini, di 34 anni, che si era sottoposto ad un intervento chirurgico di gastroplastica verticale per dimagrire in quanto affetto da obesità patologica grave.

 La morte risale al 26 novembre 2004 e avvenne nell'ospedale 'Miulli' di Acquaviva delle Fonti (Bari), dove l'uomo fu operato per tre volte in sei giorni. I chirurghi condannati con rito abbreviato sono il primario di chirurgia del 'Miulli', Alessandro Besozzi, che operò Convertini, e Innocenzo Sblendorio, medico reperibile del reparto di chirurgica generale in cui il paziente era in degenza post-operatoria. Besozzi è stato condannato a dieci mesi di reclusione, Sblendorio a sei mesi. Sono stati invece assolti altri due chirurghi: Vito Lanza e Michele Selvaggiuolo. Convertini fu operato la prima volta il 18 novembre 2004. Secondo l'accusa, l'intervento in videolaparoscopia determinò una 'lesione iatrogena vascolare meseteriale', che indusse il chirurgo che aveva eseguito l'intervento, Besozzi, a operare nuovamente il paziente nella tarda serata dello stesso giorno assieme a Lanza.

Nel secondo intervento - secondo la procura - fu provocata al paziente una doppia perforazione ileale causata da una manovra non corretta di posizionamento dei tubi di drenaggio. Dopo che l'uomo era stato trasferito in chirurgia generale, i medici reperibili (Selvaggiuolo e Sblendorio), nonostante le condizioni del paziente peggiorassero, tennero - secondo l'accusa - un atteggiamento colposamente attendista pur conoscendo l'esito dell'ultimo intervento chirurgico esplorativo compiuto il 23 novembre. Il decesso di Convertini avvenne dopo tre giorni e fu causato da choc settico da peritonite.

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