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Usa, Big Pharma si tuffa nel business vaccini per pandemia

Aziende Redazione DottNet | 02/10/2009 13:18

Negli Stati Uniti lo hanno ribattezzato 'Flu Business', termine che sta a indicare quanto le Big Pharma stiano sfruttando la pandemia di nuova influenza per tentare di uscire, almeno in parte, dalla crisi che le attanaglia da anni.

Ma le tre aziende che hanno firmato importanti accordi per valorizzare il comparto vaccini lo hanno fatto in grande stile.
Johnson & Johnson ha infatti speso 444 milioni di dollari per acquisire una pacchetto di azioni della olandese Crucell, compagnia biotech specializzata in vaccini antinfluenzali; Abbott Laboratories ha stanziato 6,6 miliardi per accaparrarsi l'unità farmaceutica della
belga Solvay, incluso lo stabilimento olandese per la produzione di vaccini; mentre Merck & Co, già grande produttrice di vaccini, rafforza la presenza sul mercato statunitense grazie a un accordo per la distribuzione del siero per l'influenza stagionale dell'australiana
Csl.

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Secondo Hildegund Ertl, che dirige il centro vaccini del Wistar Institute a Philadelphia, si tratta di una buona notizia per tutti: "per anni i microbi sono passati in secondo piano. Pensavamo di averli sconfitti e i produttori di vaccini stavano scomparendo. Ci si dedicava solo al cancro. Poi è arrivato l'Hiv, la Sars, l'influenza aviaria e poi la suina. Ora l'attenzione è tornata su questo argomento e ne sono felice".

 

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