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L'economista, farmaceutiche sotto pressione per calo produttività

Aziende Redazione DottNet | 02/10/2009 15:17

Progressiva crescita dei costi e dei tempi per la ricerca su nuovi prodotti, aumento della dimensione dei trial per il loro sviluppo, evoluzione delle malattie cronico-degenerative e minore capacità innovativa.

 

Questi gli elementi che stanno comportando, per le aziende farmaceutiche, un graduale calo di produttività e una conseguente, pesante pressione. Parola di Silvia Bruzzi, docente di Economia e gestione delle imprese alla Facoltà di Farmacia dell'università di Salerno, - L'innovazione per sostenere la crescita: quali sfide per i Ceo?' organizzato a Roma da Business International.
"Il settore farmaceutico - ha spiegato l'esperta - costituisce uno dei campi cui la riflessione scientifica e istituzionale sta dedicando maggiore attenzione: considerato strategico per il futuro di ogni sistema economico, in quanto ad elevatissimo contenuto di conoscenza e innovazione, si colloca al centro del gioco competitivo che sta interessando tutto il mondo.

Lo sviluppo del settore biotecnologico accanto a quello farmaceutico ha contribuito a un primo rinnovamento degli approcci tradizionali: le grandi aziende hanno iniziato ad adottare il modello degli accordi e delle alleanze, alla ricerca di soluzioni strategiche e organizzative che consentano di affrontare le sfide del ventunesimo secolo".

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Ma la vera sfida, secondo Bruzzi, "è comprendere se esistano gli spazi per definire una nuova politica industriale europea, capace di proporre un modello virtuoso in cui imprese, centri di ricerca pubblici e privati, università, associazioni e istituzioni possano svilupparsi in modo complementare, sostenendosi e alimentandosi a vicenda. Il settore farmaceutico può costituire, in questa prospettiva, un laboratorio istituzionale di primario interesse per l'avvio di un nuovo ciclo di sviluppo economico".

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