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Dompè, il Governo non deve essere punitivo nei confronti dell’industria

Aziende Redazione DottNet | 21/10/2009 21:08

Quella farmaceutica è ''una realtà che può sostenere la congiuntura negativa e continuare ad investire solo in presenza di prospettive di medio-lungo termine''.

Sergio Dompè, presidente di Farmindustria, illustra il punto di vista degli industriali del farmaco sulla crisi dell'economia. E chiede a Governo e Parlamento, ''di non essere punitivi verso le imprese del farmaco: proseguendo nella politica di controllo della spesa pubblica, si deve creare un ambiente positivo per nuovi investimenti, convincendo gli imprenditori stranieri e quelli nazionali che continuare ad investire in Italia e' una buona scelta''. Spiega Dompè, intervenuto in audizione presso la commissione Attività produttive della Camera:''Non chiediamo sconti, ma stabilità del quadro e certezza delle regole''. Serve il ''potenziamento degli incentivi alla ricerca e sviluppo, la tutela della proprietà intellettuale e il riconoscimento del valore del marchio''.

A questo proposito i prossimi tre anni, ricorda, ''vedranno, in un quadro di crisi internazionale, la scadenza di numerosi brevetti con significative riduzioni del fatturato''. Sono necessarie ''risorse adeguate alla domanda di salute'': dal 2001, ''la spesa farmaceutica convenzionata e' diminuita del 2,4%, mentre le altre voci di spesa sanitaria, che rappresentano l'84% del totale, sono aumentate del 54,6%''. Le imprese, ribadisce, hanno bisogno di ''migliore efficienza delle procedure burocratiche e amministrative, certezza dei tempi di accesso all'innovazione, e premi per l'eccellenza in aree strategiche''.

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La crisi, afferma il presidente di Farmindustria Sergio Dompè, non ha risparmiato l'occupazione del settore, in discesa negli ultimi due anni del 7% rispetto al 2,9% dei principali Paesi europei, nè gli investimenti in ricerca e produzione, che dal 5% del 2007 sono scesi al 2% del 2008, e la redditività, ''in frenata dal 2001''. Il settore farmaceutico ''da una parte conferma la capacità di contribuire allo sviluppo del Paese e dall'altra è chiamato ad affrontare le emergenze dettate dalla congiuntura economica''. Dompè sottolinea il valore trainante dell'industria del farmaco ''che rappresenta un campione del made in Italy e un valore strategico per la crescita industriale, capace di esportare il 53% della propria produzione''. Questo in un quadro, ''che vede la spesa farmaceutica convenzionata pro-capite in Italia più bassa che in altri Paesi, con 188 euro contro i 265 euro della media Ue e con i conti in ordine dal 2007''. L'industria del farmaco, conclude Dompè, ''dimostra di essere competitiva sui mercati internazionali e chiede al Parlamento e al Governo condizioni di investimento pari a quelle che offrono gli altri Paesi''.

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