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Mix di farmaci a basso costo per la sindrome cardiorenale

Medicina Interna Redazione DottNet | 25/10/2009 10:57

Un cocktail di farmaci già noti e a basso costo per curare l'associazione di insufficienza renale e scompenso cardiaco (sindrome cardiorenale) ormai sempre più diffusa negli anziani.

I primi risultati sono stati presentati a Roma, in apertura del congresso nazionale di Medicina interna. Si calcola che il 40% delle persone con scompenso cardiaco abbiano un'alterazione importante dei parametri di funzionalità renale. ''La novità della terapia è nell'uso combinato di farmaci già noti e quindi a basso costo, utilizzati in dosi e tempistiche differenti dal passato'', ha osservato Giuseppe Licata, presidente della Società italiana di medicina interna (Simi) e direttore dell'istituto di Clinica medica dell'università di Palermo.

''Con questa cura - ha aggiunto - siamo oggi in grado di ridurre il superlavoro del cuore e di aumentare la portata di sangue ai reni migliorando sia la funzione renale che quella cardiaca''. La terapia, che ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza del 52% dei pazienti a quattro anni dalla cura, si basa sulla combinazione di dosi elevate di un diuretico (furosemide), con piccoli volumi di soluzione salina ipertonica, vasodilatatori (antagonisti della vasopressina) e antagonisti selettivi del recettore A2 per l' adenosina e l'ultrafiltrazione.

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