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Cobas, informatori a rischio disoccupazione

Aziende Redazione DottNet | 16/09/2008 16:51

Un terzo degli informatori scientifici del farmaco (Isf) che operano in Italia, 10 mila su circa 32 mila, rischia il posto di lavoro (o lo ha già perso) a causa ''dell'uso strumentale delle cessioni di ramo d'azienda''. Lo afferma la rappresentanza sindacale del settore Cobas Slf, secondo cui con queste cessioni ''sono stati effettuati licenziamenti collettivi in violazione delle leggi vigenti''.

I sindacalisti hanno incontrato a Milano Bruno Casati, assessore al lavoro della Provincia, e dal confronto è emersa una posizione comune: quella che vuole convocare a un tavolo i lavoratori e le aziende coinvolte nella vicenda che ha visto Farmafin acquisire i 376 lavoratori della X-Pharma, con la stessa Provincia a fare ''da potenziale garante'', come sottolinea Casati. Nel dettaglio, secondo i sindacati le aziende farmaceutiche cedono il ramo d'azienda in cui lavorano gli Isf ad aziende ''che non hanno alcun interesse a svolgere il servizio di informazione sui farmaci e di farmacovigilanza - spiega Carmelo Carnovale, segretario nazionale Cobas-Slf - di cui tutti i titolari di autorizzazione all'immissione in commercio di un farmaco si dovrebbero fare carico''. E questo porta allo ''sfruttamento di risorse del Sistema sanitario nazionale - aggiunge Casati - con gravi rischi per la salute dei cittadini, operando nel contempo attività di precarizzazione del lavoro''.

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Sono diverse le cessioni 'irregolari' segnalate dai sindacati: ad esempio quella di AstraZeneca, che avrebbe ceduto insieme agli Isf ''un farmaco già escluso dalla commercializzazione - dice Carnovale - una evidente anomalia''; e quella di Farmafin, che ha da poco rilevato i 376 informatori assunti dalla X-Pharma (società con debiti per 9 milioni di euro) avendo come capitale sociale solo 10 mila euro. ''E' complicato dire che quest'ultima sia una novità positiva - conclude Casati - per ora stiamo a vedere, perchè al momento mancano i contenuti, i piani di bilancio, le garanzie. Chiediamo che tutto questo ci venga reso noto''. Carnovale, infine, chiede che ''le istituzioni preposte facciano i controlli'', perchè sulla vicenda ''noi vediamo l'assenza totale dell'ispettorato del lavoro''.

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