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L'esperto, stop sito Gsk Verona segnale gravissimo

Aziende | 05/03/2010 16:30

"Una notizia gravissima che avrebbe dovuto suscitare a livello politico e dei media una grande reazione e che ha invece colpito quasi solo la stampa e le amministrazioni locali senza una vera eco nel Paese: sono usciti meno di 15 articoli sulle testate nazionali. Non si è afferrata la ricaduta nazionale di questa operazione, che è un ulteriore passo per il definitivo smantellamento della ricerca nella grande industria farmaceutica in Italia". E' il parere di Francesco Clementi, del dipartimento di Farmacologia dell'università di Milano e Unità di Farmacologia cellulare e molecolare dell'Istituto di Neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), sulla chiusura del centro di ricerche GlaxoSmithKline (Gsk) di Verona.
 

"Ai primi di febbraio - ricorda Clementi - la Gsk ha deciso di chiudere entro l'anno i laboratori di ricerca del Centro di Verona. Per fortuna le parti connesse con la produzione industriale e la commercializzazione non saranno chiuse, limitando quindi il danno solo alla parte di ricerca e il licenziamento di 595 addetti alla ricerca, su circa 4000 dipendenti". Ma secondo il farmacologo, questo è l'ennesimo segnale negativo nel Paese: "ricordiamo in questi ultimi anni la chiusura dei centri di Nerviano da parte di Pfizer, di Pomezia Irbm, da parte di Merk, di Catania da parte Wyeth, di Milano da parte di

roche.it/portal/eipf/Italy/portal/roche.it">Roche, per citare solo i maggiori". Per l'esperto, inoltre, "è evidente la gravità di questa decisione perché tocca 600 persone tra ricercatori e addetti alla ricerca, che in un momento così delicato per l'economia non troveranno facilmente un'altra collocazione. Sono ricercatori specializzati in un settore molto preciso, portatori di una conoscenza professionale molto sofisticata e difficilmente riciclabili in industrie di altro tipo".
Fonte :Adnkronos

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