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Contratto medici di famiglia, accordo raggiunto. Ma non tutte le sigle sono d’accordo

Sindacato Silvio Campione | 15/03/2010 19:08

Siglata la convenzione dei medici di famiglia con il Servizio sanitario nazionale. Si è chiusa la scorsa settimana la trattativa per il rinnovo del biennio economico 2008-2009 tra Sisac e sindacati della medicina generale dopo lo stop alla lunga maratona, voluto dai camici bianchi che, ormai alle battute finali della contrattazione, avevano chiesto concrete garanzie al comitato di settore delle Regioni sulla disponibilità della quota aggiuntiva nazionale, lo 0,8%. Garanzia arrivata come previsto, scritta nero su bianco e confermata dalle parti. L'accordo è stato firmato da due sigle su quattro. Hanno 'chiuso' il sindacato maggioritario, la Fimmg, e Intesa sindacale (Cisl Medici - Fp Cgil Medici - Simet - Sumai).

L'aumento previsto è di 1.500 euro l'anno per un medico con circa 1.200 assistiti (è un valore solo di riferimento perché il compenso può aumentare se fra gli assistiti ci sono più anziani). Il valore totale dell'aumento del contratto è di circa 300 milioni di euro. Non hanno firmato, invece, Smi e Snami che rischiano di restare, così, fuori anche dalle trattative regionali per questa coda contrattuale, anche nel caso avessero già firmato per il biennio precedente. Un punto quest'ultimo - ribadito in un articolo aggiunto all’ultimo momento, in cui si precisa che l'accordo segue la norma generale del contratto, dunque solo i firmatari hanno diritto a continuare la trattativa a livello regionale - che potrebbe creare dissensi e dubbi interpretativi. "Non mi sembra si possa decidere che un accordo parziale, per il secondo biennio economico, sia valutato come si trattasse dell'accordo complessivo. Ci riserviamo di portare nelle sedi dovute il giudizio di legittimità", annuncia Maria Paola Volponi, responsabile della medicina generale per lo Smi.Ma Mauro Martini, responsabile della medicina generale per il Sumai che ha firmato con Intesa sindacale, difende la 'postilla' aggiunta all'intesa e fa presente che "quella chiusa oggi non è soltanto una coda contrattuale - spiega - ma l'articolato è entrato nello specifico economico e normativo. In pratica è una nuova convenzione". Secondo Martini, inoltre, "è stato raggiunto un accordo equilibrato che rappresenta un buon trampolino di lancio per l'accordo del prossimo quadriennio". Giacomo Milillo, segretario generale della Fimmg, preferisce invece non commentare la scelta dei sindacati che non hanno firmato e "non hanno nemmeno dato - conclude - un particolare contributo alla trattativa. C'è chi abbaia e chi preferisce mordere". Per Milillo, invece dopo questa "firma, raggiunta con grande sforzo e impegno da parte della nostra Federazione", ora si può lavorare alla "'Convenzione del cambiamento': un percorso contrattuale vero che guarda al futuro, alla costruzione di un'area dell'assistenza primaria bisognosa anche di importanti interventi legislativi".

"Sono soddisfatto di quest'accordo - spiega Milillo - perché l'esigenza della categoria era, prima di tutto, di chiudere questa coda contrattuale in modo accettabile per rimettere a posto le lancette dell'orologio di rinnovi convenzionali. E questo è un traguardo raggiunto. L'altro motivo di soddisfazione è che ora, chiuse le 'code', possiamo cominciare a lavorare per la prossima convenzione. Che sarà diversa dalle altre perché deve riscrivere non solo le regole, ma anche i meccanismi di finanziamento. Non potrà essere una convenzione da risorse residuali ma rifondanti", spiega il leader sindacale. Che sulle possibilità di successo di questa nuova sfida si dichiara "moderatamente ottimista perché sia il Governo, sia le Regioni, sia la categoria hanno capito che ormai un cambiamento è irrinunciabile". E anche nell'accordo "abbiamo voluto dare - prosegue Milillo - un segnale chiaro e forte di apertura al futuro. E' un traguardo con cui poniamo fine ai rituali sindacali del passato, orientati alla chiusura delle code contrattuali degli anni precedenti", osserva. "Con orgoglio abbiamo difeso il diritto dei nostri medici alla libera professione e alla possibilità di ospitare nei propri studi diverse professionalità sanitarie, inclusi medici specialisti - precisa - e con spirito di collaborazione abbiamo aperto, con tutte le garanzie necessarie a livello regionale, al 'patient summary' (documento di sintesi delle informazioni cliniche) a partire dai cittadini italiani over 75.
Siamo convinti infatti che la graduale informatizzazione del Servizio sanitario in ciascuna Regione rappresenti una realtà e un'opportunità per la medicina generale". Milillo conclude: "La nostra parte l'abbiamo fatta. Aspettiamo adesso un segnale forte dai rappresentanti dei prossimi governi regionali". Soddisfazione, anche se non entusiasmo, esprime Roberto Lala, segretario nazionale del Sumai-Assoprof (Sindacato unico medicina ambulatoriale italiana e professionalità dell’area sanitaria). "Non siamo certamente soddisfatti per gli incrementi economici - spiega Lala - perché, anche se in linea con le disposizioni della Finanziaria, non li riteniamo adeguati al processo di rafforzamento e valorizzazione del territorio di cui tanto si parla. Positivo, però, l’aver ottenuto un maggiore incremento economico per le altre professionalità così da poter accorciare per la seconda volta la distanza tra la loro retribuzione e quella dei medici. Confidiamo - continua il segretario del Sumai-Assoprof - nella responsabilità delle regioni nel mantenere l’impegno assunto verbalmente dalla Sisac nell’assegnare lo 0,8% di risorse a loro carico all’area convenzionale con le stesse modalità previste per la dirigenza". "Un passaggio - specifica Lala - decisamente importante è invece rappresentato dall'ulteriore passo fatto verso la riorganizzazione dell’area convenzionale che si traduce in una maggiore e concreta integrazione dei professionisti che operano sul territorio". "In particolare per quanto attiene alla specialistica convenzionata interna e alle altre professionalità - sottolinea il segretario del Sumai-Assoprof - in quest’ultima intesa è stata rafforzata e definita con più precisione la funzione dei responsabili di branca che opereranno in stretto riferimento con i coordinatori delle aggregazioni funzionali ed in particolar modo con il referente delle Unità complesse di cure primarie (Uccp). Questa strategia organizzativa discende dalla volontà comune di operare una vera e propria ristrutturazione del sistema della medicina convenzionata"."Importante per la crescita di tutte le figure - prosegue Lala - è l’aver ottenuto che anche le altre professionalità (biologi, psicologi, veterinari) possano aspirare al ruolo di responsabile di branca nella propria area in considerazione della funzione sempre più decisiva e specifica che tutti svolgono nel Servizio sanitario nazionale"."In ultima battuta - conclude Lala - a dispetto di alcune dichiarazioni uscite in questi giorni, desidero precisare come nell'accordo appena firmato sia stata ulteriormente confermata (come già disciplinato nell’accordo del 2005 e in quello dello scorso luglio) l’applicazione dell’Accordo per la specialistica ambulatoriale ai professionisti della medicina penitenziaria già operanti in regime libero professionale sotto il ministero di Grazia e Giustizia".

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