Nuove speranze nella prevenzione del cancro alla prostata arrivano da uno studio pubblicato sul 'New England Journal of Medicine', co-firmato dai medici dell'Irccs San Raffaele di Milano. La ricerca ha dimostrato che il farmaco dutasteride, utilizzato già da alcuni anni contro l'ingrossamento benigno della prostata, può prevenire lo sviluppo del tumore nei pazienti a rischio. In particolare, il medicinale sembra bloccare lo sviluppo delle piccole neoplasie meno aggressive.
Lo studio, battezzato 'Reduce' (Reduction by Dutasteride of Prostate Cancer Events), ha coinvolto circa 6.300 uomini dai 50 ai 75 anni d'età, sottoposti per sospetto tumore a biopsia prostatica risultata però negativa.
Tra i centri principali protagonisti del trial l'ospedale fondato da don Verzé, e fra i coordinatori internazionali Francesco Montorsi, ordinario di Urologia dell'Istituto scientifico universitario. I pazienti sono stati suddivisi a caso in due gruppi: uno è stato trattato per 4 anni con dutasteride (una compressa da 0,5 milligrammi al giorno), l'altro ha ricevuto placebo. Tutti sono stati sottoposti a biopsia prostatica dopo due anni di trattamento e al termine dello studio. Inoltre, è stata eseguita una biopsia ogni volta che si è sospettata la presenza di un tumore prostatico.
Nei pazienti trattati con dutasteride si è osservata una riduzione pari al 22,8% del rischio di ammalarsi di cancro alla prostata, rispetto al gruppo controllo. L'effetto del farmaco si è osservato particolarmente per i tumori meno aggressivi, spiega una nota del San Raffaele. Nei pazienti che hanno sviluppato un tumore della prostata, infatti, non si è osservata alcuna differenza tra dutasteride e placebo nel numero di tumori prostatici più aggressivi.
Secondo gli autori, "è plausibile pensare che il farmaco dutasteride abbia avuto la capacità di bloccare lo sviluppo di piccoli tumori prostatici già presenti nei pazienti all'inizio dello studio, ma non identificati dalla prima biopsia".
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