Denunce ai camici bianchi per gli errori in corsia che non smettono di crescere e risarcimenti che hanno tempi sempre più lunghi, mentre il rapporto di fiducia medico-paziente è messo sempre più in crisi anche dal proliferare delle informazioni sulla salute. E' la fotografia scattata dagli esperti, medici, assicuratori, sindacati, a confronto a Roma su numeri ''impressionanti'', 30mila denunce l'anno, con un aumento del 200% dal '94 al 2007 e a valutare possibili soluzioni. A cominciare dall'arrivo del 'conciliatore', figura prevista dal decreto approvato dal Consiglio dei ministri il 4 marzo scorso che da' seguito alle disposizioni di una legge del 2009 sulle controversie civili e commerciali. A partire dalla prossima primavera, infatti, davanti a una denuncia di errore sanitario, sarà d'obbligo tentare una mediazione prima di arrivare in tribunale.
Una misura che è stata accolta con favore dai medici (la promuove l'88,5% dei camici bianchi), convinti che servirà da un lato a salvaguardare il rapporto con i pazienti (lo afferma il 60% degli intervistati dall'associazione Assomedico) e dall'altro, in caso di esito positivo, a preservare la reputazione dei medici, messa a dura prova da procedimenti per colpa lunghi anche anni e che nella maggior parte dei casi si concludono con l'assoluzione. I fascicoli ad oggi rappresentano il 5% delle denunce per responsabilità civile di cui si occupano le assicurazioni, ma, avverte Roberto Manzato dell'Ania (l'associazione delle imprese di assicurazione) ''non sono che la punta dell'iceberg''.
La finalità del divieto è di garantire la massima efficienza e funzionalità operativa all'Ssn, evitando gli effetti negativi di un contemporaneo esercizio, da parte del medico dipendente, di attività professionale presso strutture accreditate
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