Un 'boom' del consumo di farmaci pari al 60% in 10 anni, non del tutto giustificato dall'invecchiamento della popolazione, bensì provocato da scarsa appropriatezza prescrittiva e da motivazioni culturali. E' quanto registra il rapporto Osmed 2009, elaborato dall'Istituto superiore di sanità in collaborazione con l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), e presentato in questi giorni a Roma. Fra il 2000 e il 2009, dunque, il report rivela un aumento annuo costante del 5% nel consumo di medicinali. "I motivi demografici - ha spiegato Roberto Raschetti, responsabile del rapporto - possono giustificare solamente una parte, diciamo l'1%, di questa progressiva crescita dei consumi di farmaci, che è ormai un trend consolidato caratterizzato da ampia variabilità a livello regionale".
Nel 2009 mercato farmaceutico totale, comprensivo sia della prescrizione territoriale sia di quella erogata attraverso le strutture pubbliche, risulta di oltre 25 miliardi di euro, di cui il 75% a carica del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Come negli anni precedenti, i farmaci cardiovascolari, con oltre 5 miliardi di euro, sono la categoria più utilizzata, con una copertura di spesa da parte del Ssn di circa il 94%. Al secondo posto i farmaci per il sistema gastrointestinale (12,7%), quelli per il sistema nervoso centrale (12,5%) e gli antineoplastici (11,7%), i quali sono erogati quasi per intero (98,8% della spesa) dal Ssn e, insieme ai cardiovascolari, rappresentano un terzo della spesa farmaceutica pubblica. I farmaci dermatologici (88% della spesa), quelli del sistema genito-urinario, gli ormoni sessuali (57%) e i farmaci dell'apparato muscolo scheletrico (53%) sono invece le categorie maggiormente a carico dei cittadini.
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