Essere sovrappeso porterebbe ad diminuzione della memoria, delle capacità di ragionamento e di altre funzioni cerebrali almeno nelle donne. Lo rivelano i dati emersi dallo studio di lungo corso sulla salute femminile condotto a Boston, da cui emerge un rapporto inversamente proporzionale tra il grasso superfluo e le capacita' cognitive: in pratica, piu' si ingrassa meno bene si ragiona. La ricerca condotta su quasi 9.000 donne tra i 65 e i 79 anni di eta' ha evidenziato come ad ogni 'punto' in piu' nell'indice di massa corporea acquistato delle donne, corrisponde la perdita di 1 'punto' nella scala delle funzioni cognitive. Per esempio: una donna di 1.65 cm di altezza inizia ad avere un indice di massa corporea considerato in sovrappeso a 68 kg. Gli studiosi hanno misurato la memoria, le capacita' di ragionamento astratto e pratico delle volontarie, nonche' la velocita' e facilita' di scrittura e altre funzioni di orientamento fisico. Secondo il rapporto pubblicato oggi sul 'Journal della Societa' americana di geriatria, ''l'obesita' ed il sovrappeso vanno cosi' considerati di per se' un fattore di rischio nel declino della capacita' mentali''.
Aumentano le donne obese tra quelle in eta' fertile, con rischi piu' elevati di aborto in caso di fecondazione assistita e disturbi della fertilita'. Fra i 30 e i 42 anni infatti l'incidenza dell'obesita' e' doppia rispetto alla popolazione generale, arrivando a toccare il 20%. A dirlo sono i medici dell'Osservatorio 'Grana Padano', che danno anche consigli dietetici alle donne che si preparano alla gravidanza. La ricerca, svolta su un campione di 1.481 donne, evidenzia anche che il 75% delle intervistate non fa alcun tipo di attivita' fisica, e ha un rapporto tra peso e altezza piu' elevato rispetto a quello delle donne piu' attive.
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
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