"Con una ostinazione degna di miglior causa il Governo ha costretto il Parlamento, con l'ennesimo voto di fiducia, ad approvare una manovra economica iniqua e insensibile alle preoccupazioni che da due mesi le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e amministrativa hanno sollevato, denunciandone gli effetti negativi sui cittadini, sui professionisti e sulla tenuta del Ssn". E' il commento dei sindacati della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e amministrativa, dopo il sì definitivo della Camera al provvedimento.
"La manovra - sottolineano in una nota congiunta i sindacati - penalizza in maniera eccessiva i medici e i dirigenti del Ssn, in modo particolare i più giovani, non solo da un punto di vista economico, quanto soprattutto da quello organizzativo e professionale. Si sancisce per legge il taglio delle retribuzioni, il sequestro della liquidazione e si legittima l'intervento dei partiti nelle carriere dei medici e dei dirigenti sanitari". E ancora. "A dispetto della prossima uscita di 35 mila medici dal Ssn - aggiungono le organizzazioni sindacali - la maggior parte delle Regioni viene privata delle risorse economiche necessarie per una sia pur parziale sostituzione e il Ssn è destinato ad impoverirsi di risorse professionali con gravi rischi sui servizi erogati e sulla equità di accesso dei cittadini".I sindacati dei camici bianchi promettono però battaglia in difesa del Ssn. "Questa - spiegano - è la sanità che viene consegnata al Paese, nel silenzio del ministro della Salute, cui è affidato un rilevante patrimonio professionale. Ma noi continueremo a difendere le nostre ragioni che sono quelle dei professionisti e di una sanita' pubblica valore fondamentale di un Paese civile, anche attraverso un costruttivo confronto con la Conferenza delle Regioni". Vista l'approvazione della manovra, ora 'si riformi il tavolo unitario tra i sindacati medici non più per inseguire una linea risultata perdente, ma per riaprire il tavolo di confronto non solo con le Regioni, ma anche con il governo'.
Cgil, Cisl e Uil: "Sono 200mila, è un comparto strategico"
"I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri le professioni sanitarie ex legge 43/2006, vogliono risposte, vogliono tornare ad essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare, ma in sicurezza”
Testa: “Serve uno straordinario investimento nel territorio prima che della medicina di famiglia rimangano solo le ceneri.”
Leonida Iannantuoni Presidente di ASSIMEFAC; al paziente va dedicato più tempo
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