Sono in arrivo i primi rimborsi ai medici di famiglia dell'Irap, tassa per la quale si sono registrati molti ricorsi da parte dei camici bianchi che non la ritengono non applicabile a loro stessi. Lo ha annunciato Carmine Scavone, vicesegretario nazionale vicario e coordinatore della Commissione nazionale Fimmg fisco, secondo cui si tratta di "una tassazione iniqua, per la particolarità del nostro lavoro".
"Come commissione - spiega Scavone - abbiamo sottolineato il fatto che il medico di famiglia non deve pagare l'Imposta regionale sulle attività produttive (Irap) per la particolarità del rapporto di lavoro che è parasubordinato-convenzionato, mentre l'Irap è tipica del libero professionista puro. Infatti - prosegue - l'attività di lavoro eventualmente più organizzata del medico di famiglia, ad esempio con la presenza di personale di studio, non aumenta il guadagno, anzi talvolta lo abbassa".
La finalità del divieto è di garantire la massima efficienza e funzionalità operativa all'Ssn, evitando gli effetti negativi di un contemporaneo esercizio, da parte del medico dipendente, di attività professionale presso strutture accreditate
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