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Martini, su generici attenzione a formulazione ed eccipienti

Medicina Generale Redazione DottNet | 29/09/2008 16:53

La necessità di permettere condizioni di mercato è stata riconosciuta anche dal Sottosegretario Francesca Martini nel suo intervento al Congresso. Martini ha lodato il ruolo avuto dal generico nel permettere il rispetto, in questi ultimi anni, dei tetti di spesa programmati e ha indicato la qualità come uno degli obiettivi del lavoro che va svolto in tema di equivalenti.

“Non mi piace il termine generico,” ha detto Martini, “che rimanda quasi a un’efficacia inadeguata, preferisco parlare di farmaci che contengono il principio attivo indicato per questa o quella condizione. Però, se questo c’è, molto resta da fare per quegli aspetti della qualità che il cittadino percepisce più immediatamente, dalla scelta degli eccipienti alla disponibilità di tutte le forme farmaceutiche dell’originatore”. Martini ha continuato ricordando come oggi la tracciabilità e la sicurezza del farmaco siano diventate ancora più centrali, nel momento in cui con sempre maggiore frequenza si assiste ad adulterazioni delle materie prime, nel settore dei farmaci ma anche in quello alimentare.

Per i farmaci generici l'equivalenza del principio attivo non è tutto: "Bisogna capire come poter offrire al paziente stesse modalità di somministrazione ed eccipienti simili, elementi fondamentali per molti malati, soprattutto i più fragili".
"Considerare la centralità del paziente nel Sistema sanitario nazionale - spiega Martini - richiede nel campo dei farmaci equivalenti anche una maggiore attenzione alle modalità di somministrazione e degli eccipienti".
Il sottosegretario ricorda infatti che il modo in cui si assume un medicinale rappresenta "ancora oggi per molti pazienti fragili un punto particolarmente sensibile". Pensiamo ad esempio alla possibilità di utilizzare un farmaco in pasticche oppure in formulazioni che si sciolgono in bocca. Per un paziente che prende già altre 10 pillole, avere un farmaco di più facile assunzione 'griffato' e uno 'senza marca' in pasticca riduce la possibilità di diffusione di quest'ultimo.
Secondo Martini, per ogni paziente "è necessaria una terapia farmacologica individualizzata che non significa solo inserire quel principio attivo nel protocollo, ma anche pensare come quel medicinale si inserisce nella sua vita quotidiana e quindi come viene assunto". Il sottosegretario fa appello alle aziende perché prendano a cuore il problema. "Ho colto - aggiunge - sia nei medici di famiglia sia nei farmacisti, in questi ultimi anni, una forte sensibilità al problema".

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