'I profili di responsabilità penali del medico vanno modificati attraverso un loro diversa contestualizzazione'. Lo ha sostenuto Amedeo Bianco, presidente dell'ordine dei medici, intervenendo al convegno 'Errore e responsabilità nelle organizzazioni sanitarie e complesse', organizzato dall'Usl della Valle d'Aosta e dall'Academic of emergency medicine and care. 'Il chirurgo che opera oggi - ha spiegato Bianco - ha una impostazione sotto il profilo della responsabilità penale come se fosse non un'incisione di un bisturi, ma il taglio di un coltello, occorre invece capire se l'atto medico può essere inquadrato e definito comunque come una condizione che ha il fine di realizzare un beneficio per il paziente e che non è come tale ascrivibile ad un atto di lesione dell'integrità fisica'.
Per il presidente dell'ordine dei medici 'non si tratta di depenalizzare le responsabilità dei medici, ma di contestualizzarle diversamente'. Nella stessa direzione indicata da Bianco si è anche espresso il documento finale del congresso ('La carta di Saint-Vincent') formulato dai medici d'urgenza riuniti nella cittadina valdostana. In esso si rivendica 'una ragionevole limitazione della responsabilità penale del sanitario ai soli eventi avversi realizzati con 'colpa grave', accompagnata dall'introduzione di programmi di giustizia riparativa in ambito sanitario e da un riordino delle norme in tema di assicurazione per la responsabilità civile'. 'Ciò consentirebbe - spiegano i sanitari - di spezzare il circolo vizioso che induce molti sanitari, oggi, ad adottare comportamenti di medicina difensiva'. Il 90,5% dei medici di pronto soccorso ha praticato almeno un comportamento di medicina difensiva durante l'ultimo mese di lavoro.
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