Quattro grandi multinazionali farmaceutiche risarciscono un gruppo 443 italiani infettati dai virus dell'epatite C e dell'Aids. La Bayer, la Baxter, la Aventis-Bering e l'Alpha sborsano milioni per chiudere una causa legale avviata a Chicago da migliaia di malati sparsi in 22 Stati diversi. L'accusa era di quelle gravissime: avere distribuito, tra il 1978 e il 1995, medicinali (quelli destinati agli emofilici) preparati utilizzando sangue guasto raccolto nelle carceri, in Paesi del Terzo Mondo o da sacche di plasma reperite in un vero e proprio mercato fra Messico e Texas.
Era una class action, quella avviata negli Stati Uniti, alla quale avevano partecipato anche gli italiani. Malati o parenti di persone ormai decedute: l'ultima vittima è stata registrata lo scorso 5 settembre. Il sospetto era che l'Hcv e l'Hiv, i responsabili delle due patologie, si nascondessero proprio nei farmaci che dovevano assumere per il trattamento dell'emofilia. Gli italiani si sono affidati - in via autonoma o per il tramite dei rispettivi avvocati - allo studio legale specializzato Ambrosio & Commodo di Torino, che ha mobilitato un'intera squadra (composta da Renato Ambrosio, Stefano Commodo, Stefano Bertone e Marco Bona) per seguire la pratica negli States.
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