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Psichiatri, episodi depressivi per 1 anziano su 4

Psichiatria Redazione DottNet | 06/12/2010 11:24

 

Mal di vivere per un anziano su 4. La depressione dilaga tra le 'tempie grigie'. E la situazione, alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione, è destinata a diventare sempre più critica. Trasformandosi in una nuova sfida che attende la psichiatria nei prossimi anni. "Finora se ne è parlato poco, perché la si considerava quasi una conseguenza inevitabile dell'invecchiamento - spiega il presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), Eugenio Aguglia, ordinario di psichiatria all'università degli Studi di Catania - ma si tratta di un concetto completamente sbagliato. Al contrario, va aumentata la consapevolezza che si tratta di una malattia da affrontare anche in tarda età con tutti gli strumenti a nostra disposizione". "Va sottolineato che alcuni individui sono più a rischio di altri di essere colpiti da episodi depressivi - sottolinea Aguglia - Le donne più degli uomini, le persone anziane più dei giovani. Anche le connotazioni del disturbo e i sintomi correlati possono variare in base alla fase della vita in cui compare. Bisogna essere in grado di distinguere la malattia depressiva dalla condizione di tristezza e rassegnazione, una situazione temporanea che si risolve senza una terapia specifica".

"L'episodio depressivo, invece - prosegue l'esperto - ha una maggior durata, presenta sintomi molto più accentuati e necessita di una cura adeguata per essere sconfitta. In questo percorso è prezioso il contributo del medico di medicina generale, per una precoce individuazione della malattia e quindi per un precoce inizio della terapia". Alla base di un problema così diffuso non solo problematiche psicologiche, ma anche aspetti fisici e motori legati al tempo che passa. "In primo luogo - spiega Aguglia - nella depressione dell'anziano c'è la non accettazione di un cambiamento che va di pari passo con l'avanzamento dell'età: la genesi sta nella difficoltà di reagire a tutta una serie di perdite che caratterizzano la terza età e si manifesta quindi come un episodio di tipo reattivo agli eventi più difficili di questa fase della vita.

Queste perdite possono riguardare la riduzione delle capacità intellettive, della memoria, di reazione, oppure aspetti di tipo fisico-prestazionale (l'anziano non riesce più a svolgere i movimenti di un tempo), di tipo sessuale (riduzione delle funzionalità o impotenza), e ovviamente di tipo psicologico, in primo luogo la perdita del partner", condizione che aumenta sensibilmente il rischio di soffrire del male oscuro. La solitudine dunque dovrebbe far scattare l'allarme, ma non solo. Anche i segnali del corpo - come ad esempio dolori alle ossa e alle articolazioni, mal di testa, ipertensione - possono non essere solo 'acciacchi' di vecchiaia, ma sintomi specifici che devono indurre il medico di medicina generale a sospettare una depressione.

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Fonte: Adnkronos

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