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Arriva il mediatore-conciliatore: una boccata d’ossigeno per i medici?

Professione Silvio Campione | 08/01/2011 15:53

In caso di lite tra medico e paziente, ci penserà il mediatore conciliatore a dirimere le controversie. Dal prossimo 20 marzo entrerà in vigore la nuova legge che impone l’introduzione di questa nuova figura il cui compito sarà appunto di tentare una conciliazione prima di andare in tribunale. Una nuova figura, che dovrà avere una laurea triennale o l’iscrizione a un Ordine professionale per poter accedere all’albo dei conciliatori. Il decreto numero 28 sulla "mediazione" è stato infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il 5 marzo 2010 ed è ora legge dello Stato, legge nata con lo scopo di alleggerire il peso che grava sui Tribunali civili e venire incontro ai cittadini che chiedono tempi brevi per la risoluzione dei conflitti.

Una vera rivoluzione perché, anche se già esistono altre forme di conciliazione, è la prima volta che questa formula diventa un passaggio obbligatorio prima di accedere alla giustizia ordinaria. Ed è la prima volta che per cercare giustizia si può uscire dalle aule dei tribunali. Tutto chiaro, dunque? Tutti d' accordo pazienti e medici, i principali attori in gioco in ambito sanitario? E che ne pensano gli avvocati? Soddisfatti, come sembrano essere le assicurazioni, e disposti a remare a favore? Qualche dubbio resta. Anche perché chi ha difeso per anni i malati sostiene “che l' accesso alla conciliazione deve essere libero o che almeno si preveda qualcosa di più specifico per l' errore medico, un settore certo molto più delicato delle beghe di condominio”.  Non si tratta di questioni da poco o di cavilli. Anche perché  stanno già spuntando corsi, anche a caro prezzo, per mediatori. Ma il mediatore che cosa deve saper fare? “Deve aiutare le parti – spiega un avvocato - a recuperare un rapporto di fiducia. La mediazione non è solo una transazione sui quattrini da dare e da prendere: si opera per aiutare le parti, in questo caso paziente e medico a capire quale possa essere un punto di accordo. Quello che il giudice vede di un conflitto, ed è tenuto a vedere, è la punta di un iceberg; il mediatore deve invece cogliere tutto l' iceberg, capire, cioè, quali sono i veri bisogni, spesso non manifesti, delle persone coinvolte nella controversia.

Perché in molti casi in ambito medico i problemi nascono, più che da un reale errore, da una cattiva comunicazione medico-paziente, che può essere recuperata su basi nuove e diverse”. E i medici? La categoria chiede che i medici stessi possano   fare i mediatori: si potrebbero istituire organismi misti in cui ci siano, per esempio, sette membri con formazione giuridica e tre medici, magari specializzati in medicina legale. Tra l' altro un organismo misto fugherebbe il dubbio che si sia lì per aiutare un collega e non per trovare una soluzione per entrambe le parti. La legge prevede, comunque, che si formino degli enti, sia pubblici, sia privati, cui facciano capo più mediatori. Una volta che il cittadino sceglierà un organismo, sarà poi questo ad affidarlo a un mediatore piuttosto che a un altro.

Il passaggio, obbligatorio, attraverso la mediazione è previsto per undici settori, tra cui il "risarcimento del danno derivante da responsabilità medica" (art. 5)

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Scadenza: Il tentativo di mediazione deve risolversi in 4 mesi

Incontri: Il mediatore prevede solitamente un incontro con entrambe parti, un incontro con ciascuna e un ultimo incontro in cui arrivare alla mediazione.

Costi:  Per il lavoro di mediazione, si dovrebbe andare dai 100 ai 500 euro. I decreti attuativi prevedono, oltre all' istituzione di un Registro degli enti abilitati, anche un "tariffario".

Risultati: Se si raggiunge un accordo (che può prevedere il pagamento di somme di denaro) viene registrato dal Tribunale ed è esecutivo: niente ricorsi. Se l' accordo non si raggiunge, il mediatore "può" formulare una sua proposta, o "deve" formularla se c' è una richiesta concorde delle parti. Se l' accordo non si raggiunge, si può sempre andare in giudizio.

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