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Certificati online, si spera in un segnale da parte di Brunetta. Da martedì le sanzioni. Milillo: stato di agitazione se non ci sarà la proroga

Sindacato Silvio Campione | 31/01/2011 12:49

Certificati di malattia obbligatoriamente online o, da martedì primo febbraio, scatteranno le sanzioni per i medici. La categoria conta però, oggi, ancora su un segnale da parte del ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e chiede un'altra proroga all'entrata in vigore delle sanzioni. "Se non sarà rinviata l'entrata in vigore delle sanzioni per chi non invierà i certificati di malattia online proclameremo lo stato di agitazione in qualsiasi momento", ha spiegato il segretario della Fimmg, Giacomo Milillo. Per i sindacati di categoria, la situazione è caotica e il sistema presenta troppe criticità: dalla piattaforma informatica che spesso si blocca al call center che non sempre funziona al sistema per i medici ospedalieri - dice la categoria - che ancora va studiato. Per la 'rivoluzione digitale' della sanità promessa da Brunetta, stando ai diretti interessati, i tempi non sarebbero ancora maturi, visto che, come sottolinea il segretario della federazione dei medici di famiglia, Giacomo Milillo, 'solo il 50% dei medici, in realtà, è pronto a inviare i certificati online', archiviando la carta.

Troppe falle, nel sistema, e una diffusione sul territorio che ancora lascia a desiderare: 'Regioni come la Lombardia, dove li usano il 97% dei medici, o l'Emilia Romagna sono avanti' ma in molte altre 'ancora proprio non ci siamo'. E il problema non è solo di banda larga o del numero di medici effettivamente abilitati ad usare il nuovo sistema. C'è il call center, che dovrebbe intervenire quando il web non lo consente, 'con il quale nel 40% dei casi non si riesce a portare a termine la procedura', afferma Massimo Cozza, della Cgil Medici. Senza contare che la piattaforma digitale non è in grado di sopportare l' affollamento di richieste 'del lunedì, in cui si accumulano anche le malattie iniziate nel weekend', e che ancora si cerca una soluzione per non aggravare ulteriormente il lavoro dei medici del pronto soccorso, anche loro coinvolti nella nuova procedura. Per il ministero, però, i dati sono incoraggianti e in continua crescita, visto che si sono già superati i 3 milioni di certificati trasmessi online. Ma sono numeri 'che considerano gli ultimi sei mesi di sperimentazione - fa notare Milillo - mentre a regime dovremmo inviare 20 milioni di certificati l'anno con una media di 1 milione e mezzo al mese'. Gli appelli per una nuova proroga si sono moltiplicati nelle ultime settimane, compresa una lettera inviata dalla Fimmg al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. E le difficoltà dei medici sono state accolte anche dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che ha incontrato i sindacati la settimana scorsa, mostrandosi 'sensibile al problema'. Ma, dicono anche all'Anaao, il principale sindacato dei medici ospedalieri, 'la questione è nelle mani del ministro della Funzione Pubblica', che, nonostante la nuova richiesta 'di un incontro urgente' ancora non ha dato 'nessuna risposta'.  'i cittadini potrebbero essere costretti a recarsi al Pronto soccorso' visto che per gli ospedalieri non scatteranno le sanzioni, 'aggravando ulteriormente le attese.

Un vero e proprio caos', dice ancora Massimo Cozza e il coordinatore dei medici di Medicina Generale Nicola Preiti.
La moratoria per le 'spropositate sanzioni disciplinari' scade oggi' per 'i medici di famiglia, le guardie mediche e gli specialisti ambulatoriali che non trasmettono per via telematica la certificazione di malattia, con la pena del licenziamento in caso di reiterazione' mentre gli ospedalieri potranno continuare ad usare la via cartacea.
Davanti a difficolta' nel rilasciare i certificati online 'come ancora frequentemente accade per problemi di trasmissione e per il call center inadeguato' i cittadini potrebbero essere indotti 'a ulteriori accessi impropri al pronto soccorso nelle settimane nelle quali si sta manifestando il picco dell'influenza'.
A fronte di circa '17 milioni di lavoratori dipendenti (3,5 milioni pubblici e 13,5 milioni privati) - prosegue la nota della Cgil - si salveranno dal pasticcio solo i magistrati, gli avvocati dello Stato, i professori universitari, le forze armate e di polizia, i vigili del fuoco, i diplomatici ed i prefetti, per i quali i medici di famiglia dovranno invece rilasciare ancora il tradizionale certificato di malattia cartaceo'.
In questo 'caos' il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, 'imperterrito, rifiutando ogni confronto con i sindacati nonostante le reiterate richieste, continua a dare vuoti numeri sulla distribuzione del Pin e sui pochi milioni di certificati trasmessi on line. Solo fumo mediatico'.
Ma 'sanzionare chi non è colpevole - aggiungono i due sindacalisti - rischia di portare al naufragio del progetto e compromette il servizio ai cittadini. Allo stato dei fatti, quando non è possibile la trasmissione on line, bisogna necessariamente consentire il cartaceo, senza sanzioni, anche ai medici convenzionati'.

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