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Certificati online, Fazio ottimista sugli esiti del prossimo incontro tra sindacati e Brunetta. Anaao: crescono i disagi nei pronto soccorso

Sindacato Silvio Campione | 08/02/2011 11:09

I pochi giorni che mancano all’incontro tra il ministro Brunetta e i sindacati (venerdì 11) sulla questione delle sanzioni ai medici che non inviano i certificati di malattia online sono all’insegna delle (inevitabili) polemiche. Cominciamo però dal ministro alla Salute Ferruccio Fazio, che si dice,  per ovvi motivi di opportunità politica, “Ottimista sulla possibilità di una progressiva trasformazione relativa alla soluzione delle difficoltà che hanno accompagnato l'introduzione dei certificati di malattia online. ''C'è un'intesa e mi auguro una svolta quanto prima'', ha rilevato il ministro riferendosi ai problemi tecnologici e a quelli relativi alle sanzioni per i medici che non trasmetteranno per via telematica i certificati di malattia. I problemi tecnologici, ha osservato Fazio, ''si risolveranno con strumenti adatti'' e “prevedo anche  aperture sul regime sanzionatorio”, precisa il ministro.

 C’è da rilevare, comunque, che le difficoltà aumentano: anche dalla evoluta Lombardia arrivano a Dottnet segnali di buchi nel sistema, buchi che provocano disagi ai pazienti e ai medici che vedono allungarsi le file negli studi. Eppure dal ministero dell’Innovazione continuano ad arrivare dati più che ottimistici sulla costante crescita dei certificati inviati in via telematica. Lunedì 7 febbraio  "Sono stati trasmessi online all'Inps 140.964 certificati di malattia di dipendenti pubblici e privati, con un incremento del 34% rispetto allo scorso lunedì. A livello regionale gli invii odierni sono così distribuiti: 22.051 in Lombardia, 17.192 in Lazio, 15.463 in Veneto, 12.000 in Emilia Romagna, 11.477 in Sicilia, 10.449 in Campania, 9.595 in Piemonte, 8.434 in Toscana, 7.734 in Puglia, 5.525 in Calabria, 3.603 in Marche, 2.968 in Liguria, 2.831 in Sardegna, 2.693 in Abruzzo, 2.486 in Friuli Venezia Giulia, 1.999 in Umbria, 1.484 in Provincia di Trento, 1.302 in Provincia di Bolzano, 940 in Basilicata, 480 in Molise, 258 in Valle d'Aosta", affermano i tecnici dell’Inps.  Dalla data di attivazione della nuova procedura "il totale dei certificati trasmessi raggiunge così la cifra di 4.318.398 unità, con la seguente ripartizione per Regione: 1.

337.382 in Lombardia, 588.546 in Lazio, 380.853 in Veneto, 294.504 in Emilia Romagna, 285.841 in Sicilia, 262.161 in Campania, 170.989 in Piemonte, 152.384 in Puglia, 142.612 in Toscana, 136.247 in Marche, 113.897 in Calabria, 86.863 in Abruzzo, 67.554 in Provincia di Bolzano, 54.629 in Liguria, 51.911 in Sardegna, 44.621 in Provincia di Trento, 44.541 in Friuli Venezia Giulia, 43.072 in Umbria, 29.553 in Basilicata, 15.405 in Molise, 14.833 in Valle d'Aosta". E da Palazzo Vidoni precisano anche che: "Come annunciato la scorsa settimana dal ministro Renato Brunetta, i medici dispongono di un nuovo servizio per l'invio telematico che consente di risolvere eventuali situazioni di digital divide, quali l'indisponibilità di banda larga in alcune aree territoriali oppure l'impossibilità temporanea di usare un computer. L'Inps ha infatti messo a disposizione dei medici il numero verde 800180919 tramite il quale, previa identificazione, è possibile trasmettere con una semplice telefonata il certificato medico". Disagi e difficoltà anche negli ospedali: "Il Governo non ha a cuore le strutture di pronto soccorso che, in tutto il Paese, giorno e notte, assicurano, con grande sacrificio degli operatori, il massimo sforzo per tutelare la salute dei cittadini".

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Ad affermarlo è il segretario nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise, secondo il quale "il pronto soccorso si è ormai trasformato da luogo per la gestione delle emergenze, la stabilizzazione e il ricovero, in luogo di degenza, in condizioni per lo più precarie". "Ancora una volta - sottolinea Troise in una nota - la cronaca registra i gravi problemi del pronto soccorso, in particolare le lunghissime attese cui sono sottoposti i pazienti per avere la disponibilità di un posto letto. Ogni giorno a Roma circa 500 pazienti rimangono 24 o più ore sulle lettighe, sulle poltrone o sulla scrivania in attesa di un vero posto". Per il numero uno dell'Anaao Assomed, le cause di questo fenomeno "concentrano tutte le criticità del sistema sanitario: gravi carenze di organico (nascoste in parte con assunzioni temporanee o ricorrendo ad 'agenzie private'), taglio di posti letto, specie nelle Regioni sottoposte a piani di rientro, mancanza di alternative sul territorio, aumento delle richieste dei cittadini. Il pronto soccorso - aggiunge - è diventato il servizio sanitario dove si litiga di più, dove fioccano le denunce e più lunghe sono le attese ad alimentare una rabbia che dilaga". Ma i problemi - a detta dei camici bianchi - sono destinati ad aumentare. "Se in questo scenario si cala oggi l'obbligo di certificare l'assenza dal lavoro anche per malattie di lieve entità da parte dell'unica struttura pubblica aperta 24 ore su 24 e di inviare il tutto esclusivamente per via telematica, pena gravi sanzioni per il medico inadempiente, il collasso dell'organizzazione e della sicurezza delle cure - sottolinea Troise - è assicurato". L'Anaao Assomed, conclude il segretario nazionale, "è contraria a caricare di compiti amministrativi, con ulteriore incremento di lavoro, un settore già oltre le soglie di sostenibilità, e addita all'opinione pubblica le condizioni logistiche e di lavoro come prima causa di 'errori' e vera emergenza da affrontare". Clicchi qui per essere informato.

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