I medici di base non ci stanno e questa volta fanno sul serio: imminente lo sciopero dei camici bianchi del Lazio che potrebbe anticipare, stando ad alcune indiscrezioni, iniziative analoghe in altre regioni italiane. I professionisti, alle prese con la sanità elettronica e con ulteriori incombenze che portano i costi a lievitare oltre misura, passano così al contrattacco: «Proclamazione stato di agitazione, allo studio procedure di sciopero informatico e dai prossimi giorni camici a lutto con cartelli negli studi per informare i cittadini». Il consiglio regionale della Fimmg Lazio ha, dunque, stabilito che i medici di famiglia incroceranno le braccia i prossimi 3 e 4 maggio.
«Costretti allo sciopero di fronte a tre anni di vacanza contrattuale, dopo due anni di attesa per l'adempimento della preintesa regionale, con carichi di lavoro aumentati del 50%, e costi levitati fino a 18.000 mila euro l'anno per la gestione informatica dello studio, una perdita di più di 10.000 euro l'anno. Il tutto con i medici della continuità assistenziale abbandonati a se stessi in grave carenza d'organico e aumentato rischio per i cittadini di non essere adeguatamente assistiti», dicono alla federazione. «Non ci sono più le condizioni per aspettare e subire», lamentano i medici di famiglia del Lazio. «Non si può chiedere alla medicina generale di sobbarcarsi sulle spalle gli oneri economici e organizzativi di un sistema che bada solo a rientrare dal deficit, senza porre un'attenzione, sia pur minima, ai bisogni dei cittadini ed a quelli dei medici che tutti i giorni garantiscono, sempre più a proprie spese, un servizio sanitario pubblico tra mille difficoltà», prosegue il comunicato. «La Fimmg Lazio in 12 anni non ha mai fatto una sola giornata di sciopero e ha sempre cercato, nonostante tutto, di garantire il servizio ai cittadini - continua la federazione - I 5000 medici del Lazio, subissati di decreti nazionali che hanno snaturato la propria attività clinica, oggetto di pressioni per contenere la spesa farmaceutica, assediati da cittadini sempre più esasperati da liste di attesa bibliche, bersagliati da provvedimenti ASL e sommersi di burocrazia non ne possono più. O si va veramente verso un'innovazione del sistema, con atti concreti, con un impegno vero, oppure non saranno più disponibili a fare la stampella di un sistema che fa acqua da tutte le parti». Il consiglio regionale della Fimmg Lazio, convocato in seduta straordinaria, «visto l'esito negativo della riunione tenutasi presso l'assessorato della Salute, considerato che gli impegni sottoscritti dalla Regione sono completamente disattesi, a fronte dell'impegno chiesto alla categoria e da questa ottemperato in materia di certificazioni telematiche di malattia, esenzione per reddito, classi di priorità», proclama «lo stato di agitazione ed attiva la procedura di raffreddamento e conciliazione prevista dalla Legge, propedeutica all'azione di sciopero che si terrà in data 3 e 4 maggio 2011».
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"I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri le professioni sanitarie ex legge 43/2006, vogliono risposte, vogliono tornare ad essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare, ma in sicurezza”
Testa: “Serve uno straordinario investimento nel territorio prima che della medicina di famiglia rimangano solo le ceneri.”
Leonida Iannantuoni Presidente di ASSIMEFAC; al paziente va dedicato più tempo
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