Migliorando la capacitàdi diagnosi precoce delle malattie epatiche si potrebbero evitare ogni anno circa 68.000 casi di cirrosi, 4100 casi di epatocarcinoma e gran parte dei trapianti di fegato oggi eseguiti annualmente nel nostro Paese. E' uno dei dati presentati al Primo Workshop Nazionale di Economia e Farmaci in Epatologia (WEF-E 2011) presso il Policlinico Gemelli di Roma allo scopo, spiegano Antonio Gasbarrini e Americo Cicchetti, ordinari, rispettivamente, di Gastroenterologia e di Organizzazione Aziendale all'Università Cattolica, di analizzare i costi derivati dalle malattie di fegato. In Italia si stimano in oltre 2 milioni le persone con epatiteB e C.
Dati ISTAT indicano piùdi 11.000 decessi/anno a causa di cirrosi o tumore del fegato. L'Italia èil paese europeo con il maggior numero di soggetti HCV positivi e detieneil triste primato di mortalitàin Europa per tumore primitivo del fegato (HCC). La diagnosi precoce a seguito di un test di screening delle epatiti croniche èun efficace strumento per un tempestivo trattamento delle infezioni e l'arresto della progressione delle malattie epatiche. A fronte di un costo annuo di 200 milioni di euro necessari a individuare e trattare la popolazione italiana a rischio di 554.000 individui, stima Matteo Ruggeri, economista dell'UniversitàCattolica, si potrebbero evitare ogni anno circa 68.000 casi di cirrosi, 4.100 casi di epatocarcinoma e gran parte dei trapianti di fegato oggi eseguiti annualmente nel nostro Paese.
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