L'Italia litiga, soprattutto se si tratta di tutelare la propria salute e farsi risarcire di errori e danni subiti da medici e strutture sanitarie. Un fenomeno che ha portato ormai a oltre 30mila cause l'anno, di cui 13.400 contro i medici e 16.100 contro le strutture. Un valido aiuto per 'sgonfiare' il carico di lavoro che arriva nei tribunali potra' arrivare dalla mediazione, diventata obbligatoria da marzo per le controversie civili, e quindi anche per quelle in ambito sanitario. A svolgere le funzioni di mediazione, finalizzata alla conciliazione, saranno gli organismi di conciliazione istituiti presso gli ordini professionali e anche da enti privati.
Proprio per far capire e introdurre medici e avvocati alle specificita' che puo' richiedere una mediazione in ambito sanitario, la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) ha organizzato un workshop a Como sulla conciliazione in sanita', con tanto di simulazioni pratiche. ''Il funzionamento della mediazione e' semplice - spiega Gabriele Peperoni, segretario della Fnomceo - Il mediatore capo dell'organismo affida il caso a un mediatore, che convoca le parti e ha tempo 4 mesi per definire la questione e trovare una soluzione che le soddisfi entrambe. Se non si arriva a un accordo, allora si va dal giudice''. I costi sono variabili.
La finalità del divieto è di garantire la massima efficienza e funzionalità operativa all'Ssn, evitando gli effetti negativi di un contemporaneo esercizio, da parte del medico dipendente, di attività professionale presso strutture accreditate
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