La talassemia, una malattia del sangue genetica ed ereditaria che nel nostro Paese colpisce circa 7mila persone, non è stata ancora sconfitta ma la qualità della vita negli ultimi anni è sensibilmente migliorata, grazie soprattutto alla personalizzazione delle cure, all'utilizzo di farmaci chelanti del ferro di ultima generazione e a nuove possibilità diagnostiche, e le terapie e la ricerca hanno aperto nuove speranze. E' questo il messaggio positivo che arriva dall'incontro promosso questa mattina dalla Fondazione "Leonardo Giambrone" per la Guarigione dalla Thalassemia, che in Italia promuove l'8 maggio la Giornata Mondiale della Talassemia.
L'età media dei pazienti è arrivata a 39 anni, con un incremento di ben 10 anni nell'arco di una sola decade. Mentre l'attesa di vita è stimata attorno ai 40-50 anni, quando in passato difficilmente un paziente superava l'infanzia. Oggi, infatti, un terzo dei pazienti ha più di 35 anni e i più anziani hanno tagliato il traguardo dei 60 anni. Senza contare, ha spiegato Adriana Ceci, consigliere scientifico della Fondazione, "che si assiste alla ripresa delle nascite per scelta dei genitori, segno di fiducia nel futuro e nella possibilità di una vita normale". "Sono orgoglioso dei passi in avanti fatti per contrastare questa malattia - aggiunge Franco Mansi, vicepresidente della Fondazione - ma la talassemia non è ancora una malattia superata e La Giornata Mondiale è l'occasione per coinvolgere l'opinione pubblica e sensibilizzare tutti su questa dura realtà".
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