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A rischio il rapporto di esclusività dei medici

Professione Redazione DottNet | 23/05/2011 19:15

'La legge che blocca le retribuzioni di tutti i dipendenti pubblici rischia di trasformarsi in un incentivo per i medici ad abbandonare il rapporto di esclusività. Mi sembra opportuno affrontare la questione nell'ambito della Commissione Salute e confrontare le situazioni delle diverse realtà regionali, per trovare una soluzione condivisa'. L'assessore al diritto alla salute della Regione Toscana, Daniela Scaramuccia, scrive una lettera all'assessore del Veneto Luca Coletto, coordinatore della Commissione Salute, in cui esprime preoccupazione per le possibili conseguenze del DL 78/2010, poi convertito in legge 122/2010.

 Sulla legge, la Conferenza delle Regioni ha approvato un documento 'Interpretazione delle disposizioni del decreto legge 31 maggio 2010, n.78, in materia di contenimento delle spese di personale delle amministrazioni pubbliche per i dipendenti delle Regioni e delle Province autonome e del Servizio sanitario nazionale, convertito nella legge 30 luglio 2010, n.122″. Nell'interpretazione offerta dal documento della Conferenza delle Regioni, l'indennità di esclusività (che, in base al contratto del 2000, spetta a tutti quei medici che scelgono il rapporto di esclusività con il servizio sanitario pubblico: da 2.300 a 12.

700 euro l'anno, in base all'anzianità, e 17.000 per i 'primari') rischia di essere bloccata per tutti, medici e dirigenti sanitari, con la sola eccezione dei 'primari'. 'Il rischio è che in questo modo vengano a crearsi disparità di trattamento - osserva l'assessore Scaramuccia - che di fatto possono incentivare l'abbandono del rapporto esclusivo, cosa che sarebbe senza dubbio controproducente per il servizio pubblico. Per questo, invito la Commissione Salute a trovare un'interpretazione che lasci l'esclusività al di fuori del blocco, per qualsiasi fascia di medici'.

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