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Gelmini annuncia la facoltà di Medicina a cinque anni. Ma Frati (La Sapienza) e Bianco (Fnomceo) frenano: saranno ridotti gli anni delle scuole di specializzazione. Fazio conferma

Professione Redazione DottNet | 11/07/2011 17:40

“Si va verso un accordo per la riduzione degli anni di durata delle scuole di specializzazione mediche e chirurgiche”, annuncia il Rettore dell'Università La Sapienza di Roma, Luigi Frati, riferendosi alle parole del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini sulla necessità di valutare una abbreviazione degli anni di studio per la facoltà di Medicina. La Gelmini aveva infatti confermato l’apertura di un tavolo con il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, per valutare una abbreviazione degli anni di studio per la facoltà di Medicina”.

Il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca aveva anche sottolineato che “ora sono sei anni per la laurea, poi quattro o cinque di specializzazione e poi ancora il dottorato: non si finisce mai. L'obiettivo - spiega - sarebbe quello di accorciare almeno un anno”. L’ipotesi però è stata stoppata da Frati, che spiega: “La durata del corso di laurea in Medicina, che è di sei anni, è fissata a livello europeo e non è modificabile. Andiamo invece verso un accordo tra i ministri Gelmini, Fazio e le facoltà di Medicina - ha annunciato il Rettore - per ridurre al minimo previsto in Europa la durata delle scuole di specializzazione mediche, che verrebbero portate a 4 anni, e le scuole di specializzazione chirurgiche la cui durata verrebbe invece ridotta di un anno e, dunque, portata a 5 anni. Questo secondo un primo accordo”. L'accorciamento del percorso formativo di Medicina porterebbe inoltre, ha sottolineato Frati, “a un aumento dei posti disponibili per le scuole di specializzazione, che passerebbero da 5.000 a 6.000 l'anno, e questo - ha aggiunto - permetterebbe di ovviare alla carenza di specializzandi. Si tratta, dunque, di una misura positiva”. Ma vi è anche un'altra necessità sottolineata dal Rettore de La Sapienza: “E' prioritario - ha detto - rivedere il piano di addestramento degli specializzandi. Così, come accade in altri Paesi, per gli specializzandi in Chirurgia - ha concluso Frati - è ad esempio fondamentale introdurre da subito la pratica degli atti operatori”. In sintonia con Frati anche Amedeo Bianco, presidente dell’Ordine dei Medici che pur concordando con il ministro dell'Istruzione sulla  necessità di valutare una abbreviazione degli anni di studio per la facoltà di Medicina, ha alcune riserve sulla fattibilità dell’operazione.

“Credo che sia una buona intenzione - commenta Bianco - ma ho qualche perplessità sul fatto che un 'accorciamento' possa essere effettuato sul corso di laurea di sei anni, anche perché esistono dei vincoli legati a direttive europee per la libera circolazione dei professionisti. Il corso di laurea di sei anni credo quindi sia 'incomprimibile’, anche se andrebbe sicuramente migliorato il contenuto formativo prevedendo maggiore spazio per le attività sul campo e professionalizzanti”. Dove invece si può intervenire in termini di 'accorciamento' del percorso formativo è, secondo Bianco, la specialistica: “Le specializzazioni in Medicina durano in media 5 anni e si può pensare di ridurre i percorsi, sempre - precisa il presidente Fnomceo - tenendo in considerazione il problema della reciprocità dei titoli di studio nell'Unione europea”. Ad ogni modo, prosegue Bianco, “la riduzione del percorso credo si ponga come necessità, perché 12-13 anni sono davvero tanti; non penso invece che questa possa essere una soluzione al problema della futura scarsità di medici”. Quest'anno, rileva, “ci sono circa 9.000 iscritti a Medicina, ma resta il problema della scarsità di professionisti in alcune particolari aree specialistiche”. Per questo, conclude Bianco, “è necessario che le istituzioni inizino a programmare la formazione della classe medica sulla base delle necessità, armonizzando cioè l'offerta di medici a quelle che sono le richieste e la tipologia dei bisogni”.

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Pronta la replica di Fazio che conferma le ipotesi di Frati e Bianco: "Stiamo parlando di una riduzione del percorso universitario in medicina con il ministro Gelmini - afferma Fazio -. In particolare porteremo a quattro anni le specializzazioni che ora sono a cinque, importando il modello europeo e rimanendo nei suoi limiti. In pratica là dove in Europa le specializzazioni sono inferiori ai cinque anni ciò accadrà anche in Italia attraverso un percorso che 'potrebbe essere - ha detto Fazio - abbastanza rapido anche se va normato".
Per Fazio è "più difficile, ma possibile, anche ridurre i corsi di laurea". "Sicuramente - ha sottolineato - si può pensare ad incorporare nell'ambito dei sei anni quello dell'esame di Stato". "Se invece - ha aggiunto - vogliamo rivedere oltre il complesso della riduzione del curriculum formativo credo che ciò sia possibile ma potrebbe richiedere più tempo".  Sì alla proposta del ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, di ridurre l’iter formativo dei medici, ma attenzione a non toccare la durata del corso di laurea: sei anni sono il tempo minino per garantire professionisti pronti alla pratica. Si può invece intervenire sul periodo della specializzazione, che spesso è fin troppo lungo. Così il presidente del Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani, Angelo Testa commenta l’'iniziativa delle Gelmini. «Ci piace l’idea di accorciare il percorso di formazione dei medici» spiega Testa, «purché rimanga inalterata la durata del corso di laurea. Già adesso gli studenti del sesto anno che si affacciano al tirocinio non sono sufficientemente preparati, abbreviare la formazione universitaria significherebbe trovarsi domani con medici non pronti alla pratica. Dove si può agire, invece, è sulla specialità, che dura anche cinque anni e sulla formazione in medicina generale, utilizzando soprattutto questi ultimi nei servizi in cui vi e' carenza sul territorio. I professionisti dell’ultimo anno sono formati a tutti i livelli e, anzi, con un iter così lungo, il rischio, soprattutto per la medicina generale, è di ritrovarsi con “debuttanti” già in là con gli anni». Da qui l’auspicio che la proposta del Ministro possa invertire la direzione e «tornare a quando la specialità in medicina generale richiedeva due anni e le altre quattro». Ma lo Snami lancia anche un appello: «Ci auguriamo» continua Testa «che vengano al più presto chiamati al tavolo tra Istruzione e Salute anche i sindacati e tutti i soggetti interessati, in modo da arrivare a una proposta che rispecchi le reali esigenze di medici e società. Vorremmo evitare che si faccia, come al solito, una riforma zoppa, con il rischio che dopo poco tempo occorre riprenderla in mano perché non funziona». Clicchi qui per essere informato.

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