Anche il Sindacato dei medici italiani (Smi) proclama lo stato di agitazione di tutte le sue componenti, sulla scia delle altre sigle: medici dirigenti, di famiglia, specialisti ambulatoriali e pediatri di libera scelta. Non solo. Lo Smi scende in piazza il 21 luglio come sindacato dei medici ospedalieri, come componente dell'Intersindacale della dirigenza, ma anche come sindacato dei medici convenzionati e del territorio. "La protesta -spiega la sigla - nasce dalla forte preoccupazione e dal marcato dissenso sulle norme contenute nel decreto di manovra pubblica. Nei prossimi giorni saranno prese tutte le iniziative di concerto con l'intersindacale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, volte a denunciare il pericolo per la tenuta complessiva del Servizio sanitario nazionale".
Lo stato di agitazione accompagnerà tutto l'iter parlamentare della Manovra finanziaria, affinché il Parlamento possa introdurre correttivi in tema di contrattazione decentrata e turnover. Negativo comunque resta il giudizio sull'impianto complessivo della manovra. "I medici -attacca Salvo Calì, segretario generale Smi- sono contro la vecchia politica dei tagli alla sanità, l'impoverimento degli ospedali e dei servizi sul territorio. Tutto il Ssn subisce ancora una volta interventi sbagliati che danneggiano uno dei migliori servizi sanitari del mondo che se ulteriormente razionalizzato e modernizzato (con investimenti sulla riorganizzazione delle cure primarie, la nuova governance e l'integrazione ospedale-territorio e sociosanitaria), può diventare una fonte costante di risparmio e sviluppo per il Paese". Per Gianfranco Rivellini, responsabile nazionale Smi dirigenza medica, "restano intangibili i costi della rappresentanza politica, rimandati alla prossima legislatura. Persino il taglio degli sprechi, odiosi agli occhi dei cittadini, (auto blu, aerei blu), viene demandato a future, quanto improbabili decisioni degli organi esecutivi. Nulla sul versante della tassazione delle rendite finanziarie, se non il salasso sulla tenuta conti dei Bot e Btp". Continua invece "l'ossessione dei tagli sulla sanità -aggiunge Rivellini- che dopo avere lasciato sul campo oltre 1.500 milioni di euro con la manovra scorsa, per il mancato finanziamento di contratti e convenzioni, si prepara ad impoverirsi ulteriormente, per il prolungamento del blocco contrattuale e per una previsione di finanziamento triennale del Fondo sanitario nazionale fino al 2014 dell'1,9%, quando l'inflazione del solo 2011 viaggia al 2,4 %".
Cgil, Cisl e Uil: "Sono 200mila, è un comparto strategico"
"I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri le professioni sanitarie ex legge 43/2006, vogliono risposte, vogliono tornare ad essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare, ma in sicurezza”
Testa: “Serve uno straordinario investimento nel territorio prima che della medicina di famiglia rimangano solo le ceneri.”
Leonida Iannantuoni Presidente di ASSIMEFAC; al paziente va dedicato più tempo
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