Contro "le crescenti inefficienze del Servizio sanitario pubblico e le continue aggressioni" e violenze, anche fisiche, subite dai camici bianchi nasce il Tribunale dei diritti del medico. All'iniziativa - promossa e voluta dall'Ordine dei medici di Roma - hanno già dato la loro adesione professionisti esterni, quali ex magistrati, avvocati, docenti universitari e giornalisti. Il nascente Tribunale si attiverà in tutti quei casi in cui dovesse ravvisare una responsabilità nella gestione della struttura sanitaria ove si verificano disservizi, errori e/o violenze. Conseguentemente l'Ordine di Roma denuncerà coloro che, ai vari livelli, non hanno operato perché fossero rispettate le norme di legge e/o i contratti di lavoro finalizzati alla vera tutela della salute dei cittadini.
"Dopo anni di denunce delle gravi inefficienze del Servizio sanitario pubblico - sottolinea in una nota il presidente dell'Ordine, Mario Falconi - che costringono i medici a lavorare in condizioni critiche e a subire sempre più frequentemente le proteste e le violenze di cittadini esasperati, ora diciamo basta a recriminazioni ipocrite e a promesse elettorali non mantenute". "Siamo arrivati vicini al punto di non ritorno visto che si viene aggrediti anche quando si è fatto appieno il proprio dovere e si è operato con tenacia, oltre ogni ragionevole limite, per riportare in vita una sfortunata bambina giunta al pronto soccorso in arresto cardio-respiratorio", sottolinea Falconi con riferimento al decesso della bimba di 11 anni avvenuto lunedì sera al San Filippo Neri.
La finalità del divieto è di garantire la massima efficienza e funzionalità operativa all'Ssn, evitando gli effetti negativi di un contemporaneo esercizio, da parte del medico dipendente, di attività professionale presso strutture accreditate
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