In un mondo che invecchia progressivamente, in cui quindi malattie come l'Alzheimer sono destinate ad aumentare, si rischia la 'neurorecessione' per mancanza di medici specialisti in neurologia. Lo ha affermato il presidente della societa' italiana di Neurologia Antonio Federico durante un congresso sul futuro di quest'area della medicina. "Gli accessi alle scuole di specializzazione sono sempre minori a causa dei tagli imposti a livello centrale - ha spiegato Federico - dall'altra parte c'e' un invecchiamento progressivo dei neurologi, che non vengono sostituiti.
Secondo le proiezioni tra 15 anni si perdera' il 30% degli specialisti". Se da una parte diminuiscono i medici, i casi invece sono in aumento: in Europa quasi 165 milioni persone ha disturbi cerebrali, mentre il peso delle malattie neurologiche e' pari al 35% della spesa sanitaria generale. Solo in Italia ci si aspetta un raddoppio dei casi di Alzheimer da qui al 2038. "In un ospedale in genere il 60% dei casi neurologici viene seguito da altri specialisti - ha sottolineato Federico - bisogna riorganizzare le risorse all'interno degli istituti di cura, anche per evitare appunto la 'neurorecessione' che incombe". Sul miglioramento delle cure ha insistito anche il senatore Antonio Tomassini, presidente della commissione Sanita': "In molte parti d'Italia - ha affermato - non c'e' una vera riabilitazione, e ci sono reparti impropri per le malattie neurologiche". D'accordo anche il presidente della Commissione Affari Sociali della Camera Giuseppe Palumbo, secondo cui e' necessario puntare sull'appropriatezza nelle cure. “In Lombardia gli ospedali si stanno svuotando: entro il 2015, con tutti i camici bianchi che andranno in pensione, ne avremo 7.
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